venerdì 31 dicembre 2010

mercoledì 15 dicembre 2010

Un po' di Cortina: Corso Italia

Corso Italia è il salotto all'aperto di Cortina, il luogo dove in periodo di alta stagione turistica si svolge la rituale passeggiata dei vacanzieri, per gli acquisti o, più semplicemente, per un aperitivo o un caffè.
In origine, la frequentatissima area pedonale del Corso era uno dei tratti della strada d'Alemagna, importante via di collegamento tra la Val Pusteria e la città di Venezia.


Nella dimensione attuale, gli allestimenti delle lussuose boutique rendono il Corso simile alle più note vie dei centri dello shopping milanese...
Poco o nulla sembra rimasto di quelle vetrine, pur sempre lussuose, che tanti anni fa proponevano, con tocco elegante e raffinato, lo stile tipico delle montagne dolomitiche più spettacolari.

Fiancheggiando gli edifici storici della città, per lo più prestigiose strutture ricettive, si giunge alla parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo, di origine duecentesca ma ricostruita nel settecento, secondo lo stile barocco pusterese.


L'edificio, a una sola navata con l'interno elegantemente decorato, è affiancato all'esterno da un alto campanile che, aperto nel periodo estivo, consente di ammirare dall'alto i magnifici panorami dolomitici.
Lungo il Corso si trova la Casa delle Regole, sede della storica amministrazione ampezzana, basata sullo spirito associativo delle famiglie proprietarie dei terreni della valle.

Attualmente l'edificio ospita il Museo delle Regole, con le sezioni di paleontologia, etnografia e arte moderna.
Il centro di Cortina è, in ogni stagione, animato da una vivace alternanza di eventi e tra gli altri, in Dicembre se ne segnalano alcuni:
  • la festa di San Nicola con sfilata per le vie cittadine
  • il tradizionale mercatino di Natale, durante tutto i periodo dell'Avvento
  • l'edizione invernale della manifestazione culturale, musicale e politica "Cortina InConTra".
... Buon week end!

Anna Righeblu - idee weekend

martedì 30 novembre 2010

Neve a Londra

[Baker Street - London 30/11/2010]
 Immagini inconsuete della prima nevicata su Londra.

[La City - London 30/11/2010]

Sembra che sia arrivata in anticipo rispetto alle previsioni  e che stia causando notevoli disagi,

[Tower Bridge dal London Bridge - 30/11/2010]
soprattutto nelle zone periferiche, nei trasporti e negli aeroporti.

In diverse città del Nord Europa il freddo siberiano sta rendendo difficili gli spostamenti e numerosi aeroporti sono alla paralisi. 

Curiosamente, proprio il gelo di questi ultimi due giorni e il recente pagamento dell'ultimo stipendio prima di Natale, sembra sia una delle tante ragioni che hanno favorito gli acquisti sul mercato digitale, proprio nella giornata di lunedì 29 Novembre (ieri!), il "Manic Monday" appunto, il giorno record degli acquisti su internet.

[ Oxford Street - London 30/11/2010]
Le foto sono state scattate oggi da F. che me le ha inviate nel pomeriggio. Grazie! :-)

Anna Righeblu Idee weekend

giovedì 18 novembre 2010

Rasun: la Residenza Ansitz-Heufler


Cercavo una stube, un'antica stube a Rasun di sopra (BZ), segnalata sulla guida del Touring, e ho trovato... un castello!

Più che un castello, una residenza nobiliare, la Ansitz Heufler, risalente al 1580 e ora divenuta "schlosshotel".

I gestori, gentilissimi, con mia grande sorpresa mi hanno consentito di visitarla e fotografare alcuni ambienti molto gradevoli e accoglienti.
La storia dell'antica residenza ebbe inizio con la famiglia Heufler la cui linea di discendenza si estinse però già nel XVII secolo.

Dopo vari passaggi di proprietà la residenza è ora divenuta una gradevolissima struttura ricettiva, in bella posizione lungo la Valle d'Anterselva. 

La vicinanza al comprensorio sciistico di Plan de Corones e al centro Biathlon di Anterselva ne fanno un punto di partenza ideale per trascorrere anche solo un weekend di svago, immersi nel magico paesaggio della Val Pusteria. 


Provare a rilassarsi... si può, si deve...

Buon weekend!


La residenza Ansitz-Heufler si trova a Rasun di sopra, comune di Anterselva (BZ) , Alto Adige

sabato 30 ottobre 2010

Fuori di… ZUCCA!

Un weekend color  “arancio”... fuori di zucca, o solo per  illuminare - e stemperare con la poca, sana follia che è ancora possibile concedersi - il grigiore delle incombenti atmosfere autunnali?

Piaccia o no, è tempo di Halloween, una festa che non ci “appartiene” ma che, seppur importata dagli USA, ha origini molto antiche, come altre tradizioni più “sentite, condivise e nostre”.
La tradizione di travestirsi nella notte del 31 Ottobre, per assumere sembianze mostruose, avrebbe origini celtiche. In Irlanda le leggende indicavano, in quella data, l’annullamento delle leggi fisiche spazio-tempo e la possibilità di contatto tra regno dei vivi e dei morti.
L’aspetto terrificante, assunto con il travestimento, avrebbe quindi allontanato tutti gli spettri desiderosi di tornare alla vita impossessandosi di un corpo.
Ciò che rimane di quell’antica usanza è tutto il campionario di travestimenti e riti festoso-commerciali cui siamo ormai, in diversa misura, abituati… senza dimenticare che “la notte di Halloween” precede le ricorrenze di Ognissanti e del 2 Novembre che, nella nostra tradizione, sono dedicate alla celebrazione e al ricordo dei nostri cari che non ci sono più.
E tuttavia, all’insegna del “… chi vuol esser lieto sia: di doman non v’è certezza…” prepariamoci a festeggiare!
Se il genere che interessa è il weekend da brivido o lo spook-buster, provate a seguire i link.
Per il resto, con una semplice ricerca in rete è possibile trovare innumerevoli eventi, per tutti i gusti…
…tra le tante iniziative, vi segnalo la “VII Giornata Nazionale del Trekking Urbano” manifestazione che interessa 31 città italiane, di cui 5 in Toscana.

venerdì 3 settembre 2010

L'Oste Scuro - Finsterwirt. Locale storico di Bressanone



E' uno dei locali storici più apprezzati per la calda atmosfera degli ambienti e la creatività in cucina. 
Nella zona più centrale di Bressanone, in Vicolo del Duomo,


non può passare inosservato: è sul percorso che conduce in piazza Duomo, con uno scenografico erker fiorito sulla facciata, in parte ricoperta da un verde rampicante. 


Il locale ha origine da un'antica (1743) mescita di vini del Capitolo del Duomo... come si legge all'ingresso del ristorante:

" Fin dal 1743 ha servito i vini delle decime del Capitolo del vicino Duomo.
Per rispettare la quiete la mescita doveva terminare al calar del buio e le luci esser spente.
E nacque il nome “Oste Scuro”, preferito dagli arciduchi Eugen e Franz Ferdinand d’Este.
Dipinti originali, armi e vetri antichi ornano la stube Andreas Hofer e quella vescovile.
La “Künstlerstübele” è stata fucina di pensiero degli artisti tirolesi  Defregger e Bachlechner.
La stessa famiglia lo guida dal 1904."



Al pianterreno si trova l'osteria, con una sala interna e un gradevole e tranquillo cortile alberato; al primo piano, invece, è possibile provare il ristorante,


in un ambiente elegantemente arredato.
Sempre molto frequentato, l'"Oste Scuro" propone un menu all'insegna della creatività e della tradizione sudtirolese, con sapori decisi e abbinamenti curati.

Noi abbiamo provato i piatti dell'osteria, nel cortile fresco e ombreggiato, concludendo con un ottimo dessert... una dolce sinfonia di gusti, tra cappuccino-gelato, cioccolato e morbida dolcezza d'albicocche...


Anna Righeblu - Ideeweekend

martedì 24 agosto 2010

Vacanze in Alto Adige - Castel Tures


Non solo fantastiche vette e prati verdeggianti... il territorio dell'Alto Adige, con i suoi innumerevoli castelli e residenze nobiliari, racconta una storia in ogni valle!
Tra i castelli più belli e meglio conservati, è da visitare l'imponente "Castel Tures", costruito in posizione strategica dominante, tra la Val di Tures e l'inizio della Valle Aurina.
Molto interessante, benché intricata, è la storia del castello, che inizia nel XIII secolo, quando fu edificato per volere dei baroni di Taufers.
In seguito, con la mutevole situazione politica del territorio, la fortezza passa di signoria in signoria, fino a che, con l'estinzione del ramo degli ultimi nobili proprietari, passa alla pretura di Brunico.
Rimasto a lungo disabitato, il castello cade in rovina ma subisce un primo, importante restauro agli inizi del '900. 
Alcuni anni dopo è acquistato da un abate benedettino austriaco, Geronimo Gassner, che lo riporta a nuova vita con un ulteriore attento restauro.
Dopo la sua morte, dal 1977 è gestito dall'Istituto dei Castelli dell'Alto Adige.

Per la visita (8 €), occorre attraversare il cortile interno e procedere, poi, all'interno con l'ausilio di una guida (su alcuni aspetti organizzativi vorrei sottolineare qualche elemento critico... *Vedere Nota).
Le sale visitabili sono tutte elegantemente arredate e in parte rivestite in legno, nelle pareti e nel soffitto.

La prima sala è quella "dei giudizi" caratterizzata da una imponente colonna lignea a tutt'altezza. Ad essa erano legati i rei, in attesa di giudizio da parte dell'assemblea giudicante, ivi riunita.
L'aspetto austero della sala è attenuato dall'arredo e da due Erker che la rendono più luminosa.
Piccola, ma molto interessante, è la cappella romanica con affreschi di Pacher mentre, assolutamente originale è la "sala dei cavalieri", con il grande affresco intitolato "la marcia della morte" (?) realizzato dalla pittrice austriaca Lydia Roppolt.


E tra le tante stanze, non poteva mancare la "stanza degli spettri" che, a dire il vero, non ha un aspetto inquietante... se non ci fosse un certo allestimento in anticamera...
E' tutta rivestita in legno, con un letto a baldacchino, un Erker elegantemente arredato (in foto)


e una stufa in maiolica con decorazioni blu.


In questa stanza viveva la giovane Margarete von Taufers che, secondo la tradizione, si sarebbe innamorata di un giovane comandante delle guardie: bello ma, ahimè,  poco gradito al nobile parentado a causa del suo basso lignaggio...
Il giorno delle nozze, lungo la strada che conduce al castello, il promesso sposo viene ucciso, colpito a morte da una freccia...
Disperata, Margarete si chiude nella stanza e vi rimane per sette anni, finché non si suicida gettandosi dalla finestra.
...Nelle notti di plenilunio qualcuno avrebbe sentito gemiti e pianti provenire dalla stanza...

La grande biblioteca è, anch'essa, tutta rivestita in legno, con un soffitto a cassettoni in cui spiccano lo stemma dei Taufers e dipinti con scene del Vecchio testamento. 

Tra gli armadi ricolmi di volumi vi è una splendida stufa turca, in maiolica policroma.

La visita comprende anche altre stanze, ugualmente interessanti per le particolari vicende storiche e per gli arredi.

Attualmente, inoltre, il castello ospita la mostra "Le crociate".

Ma è interessante seguire anche i percorsi sulle loggette e sui ballatoi che affacciano sul cortile interno
Castel Tures:la casetta della fontana
o sulla valle con vista su Campo Tures.




*Nota: Durante la visita al castello, mattina dell'11 Agosto 2010, siamo stati inseriti in un gruppo molto, troppo, numeroso (più di 60 visitatori...). I locali non sono sempre tanto ampi da contenere tutti e, di conseguenza, non è possibile vedere, né capire, ciò che la guida, pur con molta competenza e garbo, mostra. 
Un vero peccato... Eppure, in certe giornate, la grande affluenza di visitatori è prevedibile e sarebbe auspicabile una più attenta pianificazione delle visite.



Come arrivare: Castel Tures si trova a Campo Tures (Sand in Taufers), provincia di Bolzano, Alto Adige.

Da Nord o da Sud: Autostrada del Brennero A22 – Uscire a Bressanone (Brixen)/Val Pusteria (Pustertal) – statale 49 – E66 della Val Pusteria – Direzione Brunico - Girare a Brunico - seguire le indicazioni per la Valle Aurina e Campo Tures - Attraversare Campo Tures e seguire le indicazioni per il castello - Il parcheggio ha una capienza limitata...


sabato 14 agosto 2010

venerdì 13 agosto 2010

Vacanze in Alto Adige - Escursione alla malga

Di nuovo vacanze in montagna, nella verdissima valle di Anterselva.
E’ tempo di relax e, previsioni meteo permettendo, è piacevole concedersi anche il tempo per qualche escursione, su sentieri di facile e media difficoltà.
Da Anterselva di mezzo, in val Pusteria, si può raggiungere la malga Kumpfl (Kumpflalm), a circa 1640 m di quota.
Il sentiero presenta una certa difficoltà per il dislivello, non soltanto in salita, ma anche in discesa.

Scarpe adatte e bastoncini da trekking contribuiscono a rendere più agevole il percorso.
Ma...arrivati alla meta, tutti gli affanni sono dimenticati dinanzi allo splendido panorama della valle, 


punteggiata di piccoli borghi, tra pascoli verdissimi e fitti boschi. 

Non da ultimo, nella piccola terrazza esterna o nella graziosa e accogliente stube interna, 


il gusto autentico dei prodotti della malga è la giusta ricompensa per la fatica della salita...

sabato 31 luglio 2010

Beccati Questo e Beccati Quest'altro - Torri di confine

[foto da www.biomototurismo.it]
Due torri, dal nome a dir poco curioso come "Beccati Questo" e "Beccati Quest'altro", si fronteggiano beffardamente, da ben seicento anni, in territorio di Chiusi.

Nella campagna compresa tra il Lago di Chiusi e il Trasimeno, secondo alcune fonti, la torre di "Beccati Questo" fu edificata per prima, per volere della Repubblica Senese, come simbolo di controllo sul territorio.
La posizione era strategicamente adatta a sorvegliare i confini... tanto che, con lo stesso intento e con lo stesso spirito provocatorio i Perugini contrapposero, in posizione più elevata, una torre dirimpettaia, chiamandola "Beccati Quest'altro"!

Le due torri si trovavano, all'inizio, in terreno asciutto a controllare la linea di confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio.
In seguito, la loro funzione fu prevalentemente diretta al controllo doganale per l'attraversamento del vicino ponte sul Clanis.
Il fiume attraversava tutta la Val di Chiana e, con le sue copiose acque, aveva favorito la nascita e lo sviluppo di importanti centri etruschi.
Successivamente, però, ritenuto responsabile delle frequenti inondazioni del Tevere (in cui si riversavano le sue acque), per volere dello Stato Pontificio, fu sottoposto a opere di sbarramento per la deviazione del corso, cosa che provocò l'impaludamento della zona...

Anche la Torre di Beccati Questo fu, in gran parte, sommersa dalle acque.

[da: a.imageshack.us]
La storia successiva portò le due torri all'abbandono e al declino... fino alla recente rivalutazione con un provvidenziale restauro.
Delle due torri, una, la "Beccati Questo", è di proprietà demaniale, mentre l'altra appartiene a privati e, purtroppo, pare che nessuna delle due sia visitabile...

E' possibile, quindi, solo ammirarle dall'esterno, nell'ambito di un ipotetico itinerario, per un'idea weekend che comprenda la visita a Chiusi e al delizioso lago omonimo.

Come arrivare:
a Chiusi - Da Nord o Sud: Autostrada A1 uscita Chiusi-Chianciano Terme - a destra SS 146, proseguire in direzione Chiusi.

al lago e torri: a circa 3 Km dall'uscita A1, girare a sinistra seguendo le indicazioni "lago di Chiusi", in prossimità del lago, sulla stessa strada, si trova anche l'indicazione per le due torri.



Itinerari: Chiusi - Lago di Chiusi - Torri di "Beccati Questo" e "Beccati Quest'altro" - Castiglione del Lago - Lago Trasimeno


Anna Righeblu - Ideeweekend

lunedì 26 luglio 2010

Anna - un buon onomastico post-icipato

Non sono riuscita a pubblicare prima un post apposito: la mia chiavetta per la connessione mobile ha deciso di disconnettersi ogni 5 o 7 secondi regalandomi tre sillabe per ogni collegamento e lasciarmi, infine,  con un salvataggio in corso... senza salvataggio.
Ma, come ha detto qualcuno... "no... tu ancòra vorresti festeggiare il tuo onomastico? ma è il 26 Luglio, sono tutti in forsennata chiusura di lavori a stretta consegna oppure impelagati a concludere con le prenotazioni per viaggi last-minute, se già non se ne stanno in vacanza... oppure non se lo ricordano perché, forse, non hanno niente da festeggiare..."

Ecco, tra la connessione a singhiozzo e quell' "ancòra", io ho deciso di eliminare le poche, inconsistenti e incoerenti sillabe salvate, e così, niente post...
Ora, però, sembra che funzioni... e se questo

buon onomastico a me e a tutte le amiche, colleghe e blogger di nome Anna e Annarita ...

è un po' post-icipato qui da me, non perdetevi la lettura di questo piacevole post, di Mitì Vigliero alias Placida Signora.

Anna Righeblu Ideeweekend

martedì 20 luglio 2010

Un gatto per amico - impariamo il "gattese"


Nel tentativo di neutralizzare gli effetti del grande caldo, in questi ultimi giorni mi sto concedendo un sovradosaggio di relax, in luoghi freschi e ombreggiati.
Allo stesso modo, un gatto nero col pancino bianco, vagabondo e ramingo, sembra aver scelto l'ombra del mio cespuglio di ortensie per trascorrere le ore più calde delle ultime giornate.

L'indolenza nello sguardo del gattino, e il miagolio soffocato in risposta alle mie occhiate (più preoccupate che indagatrici) sembrano quasi un timido ringraziamento... e un sommesso:
"Ciao, mi fermo solo per un po', a sonnecchiare"...

E io, a bassa voce:
"Sì, sì, carino, puoi rimanere... purché tu non mi trasformi il cespuglio in succursale della tua lettiera!!!"


Finora non mi ha lasciato "ricordini olezzanti"... ospite discreto, a un certo punto sparisce e torna a casa...

Che abbia capito il mio messaggio? E se il suo "gattese" significasse, invece:
"Lasciami in pace, sono stremato, non vedi?"


Non lo saprò mai... ma,
pare che qualcuno abbia cercato di decodificare i comportamenti dei nostri piccoli amici tanto da pubblicare un dizionario, come si legge in questo interessante articolo di Daniela Mastromattei:



Cosa pensa il gatto del suo padrone
di Daniela Mastromattei
(pubblicato il 14 novembre 2009)
 “Dopo aver rimproverato il proprio gatto, se lo si guarda negli occhi, si è afferrati dal tremendo sospetto che abbia capito ogni parola e che la terrà a mente”. Parola di Charlotte Gray sulla “creatura indipendente, che non si considera prigioniera dell’uomo e stabilisce con lui un rapporto alla pari” (Konrad Lorenz).
Esserino dotato di classe ed eleganza, intelligente, sensibile, misterioso ed estremamente discreto, il micio ha mantenuto tutta la felinità dei suoi cugini selvaggi. Il piccolo e grazioso leone, tigre in miniatura, ha preso il posto del cane nel cuore di molte persone che lo preferiscono per la sua forte indipendenza. Il gatto, a differenza del cane, manifesta verso l’uomo una convivenza emancipata, come se volesse costantemente dirci: «Sì ti voglio bene, ma posso fare a meno di te». Oggi, oltre nove milioni di mici vivono nelle case degli italiani. Eppure spesso si ha difficoltà a stabilire subito una relazione con l’amico peloso. Per questo esce il primo dizionario bilingue per gatti e per i loro conviventi umani. Che decodifica tutti i comportamenti e le situazioni della vita quotidiana («lato umano» e «lato gatto») attraverso oltre 180 parole-chiave classificate dalla A alla Z. Il vocabolario edizione Sonda-Larousse (12,90 euro) è stato ideato dal dottor Jean Cuvelier, veterinario, e illustrato da Gilles Bonotaux, disegnatore di talento, amante degli animali. Le vignette mettono in risalto, in modo divertente, alcune situazioni con le quali tutti gli amanti dei gatti si sono confrontati almeno una volta.
Oltre 300 pagine per imparare a parlare il gattese correttamente, per capire cosa vuole dirci il nostro micio quando ci guarda con i suoi occhi sgranati, come rivolgersi a lui quando vogliamo farci ubbidire, come interpretare il suo comportamento e soprattutto per capire cosa pensa di noi?

A come acqua C come carezze
A volte il gatto si comporta in modo davvero strano. Spesso va a bere l’acqua direttamente dal rubinetto. Perché? Che gli passa per la testa. Che vuole dirci: «Qui l’acqua è decisamente migliore!». Il micio è molto esigente, spiega il veterinario nel libro, perché beva l’acqua, questa deve essere pulita e inodore. Nella ciotola, preferibilmente poco profonda ma molto larga e distante dalle crocchette, non deve cadere nessuna briciola di cibo. E a volte tira fuori le unghie. Capita che sia accoccolato tranquillamente sulle ginocchia del suo padrone e si giri improvvisamente per mordere la mano di chi lo sta accarezzando. Cos’è che pensa: «Non sopporto più le tue carezze! Villano». Questo non vuol dire che le coccole le vuole solo quando lo dice lui. Ma che il suo pelo sensibile alle troppe carezze diventa irritabile. Un po’ come se avesse una soglia massima di carezze che non può essere superata.

E come educazioneP come punizione
Non è vero che il gatto è bello ma traditore, sornione ma pronto a colpirti, seduttivo eppure in fondo anaffettivo, il felino ha una socialità complessa e articolata e il suo rapporto con l’uomo presenta ambiti e sfumature molto sottili che vanno conosciuti per poter instaurare un’amicizia profonda e autentica. Per esempio il gatto è in grado di imparare come il cane, a condizione, però di metterci arte e metodo. Quindi durante la sua educazione, se il padrone s’innervosisce nel dare un ordine, il gatto ci rimane male. Non solo. Sapete cosa pensa? «Se mi tratti con quel tono, preferisco andarmene!». Il gatto non ubbidisce al padrone perché lo considera il capo, spiega il veterinario. «Bisogna approfittare delle situazioni in cui il gatto è orientato al suo compagno, quando sta chiedendo qualcosa, per esempio il cibo». Perché una parola acquisti significato è necessario che lui l’associ a una situazione».
A volte il gatto mentre sta giocando col padrone, graffia. La reazione del padrone: abbandona il gioco e se ne va. L’amico a quattrozampe, a questo punto capisce: «Se voglio giocare con lui devo tenere a freno le unghie». L’unica vera punizione quando il micio fa qualcosa di sbagliato è togliergli qualcosa di piacevole, per esempio il gioco, l’attenzione, i bocconcini.

T come trasloco e trasportino
Il gatto vive malissimo i traslochi. Quando la tigre in miniatura si mette a graffiare mobili e a fare i bisogni sui tappeti del nuovo appartamento è davvero stressato: «Questo cambiamento di territorio non ci voleva». Per il gatto la casa è un punto di riferimento: in essa trova le sue certezze e ogni angolo gli è familiare.
E può capitare che si rifiuti di entrare nel trasportino. Ma non per fare i capricci. Sta semplicemente dicendo a gran voce: «Qui non c’è nessun odore rassicurante». Perché il trasportino diventi la sua seconda casa, spiega il veterinario, bisogna tenerlo sempre aperto e accessibile. Ci andrà regolarmente per lasciarci le proprie tracce rassicuranti. Perché, per usare le parole di Hemingway, “i gatti dimostrano di avere un’assoluta onestà emotiva”.

********** 

lunedì 12 luglio 2010

Marmellata di prugne, con uvetta e cannella

E la marmellata è fatta!

Ho deciso di seguire il suggerimento di Lydia: utilizzare le mie prugne (o susine…) “goccia d’oro” (o come si chiamano) seguendo la sua ricetta che, peraltro, avevo già sperimentato con successo lo scorso anno.

C’è voluto tutto il mio coraggio… il caldo qui è insopportabile e l’idea di starmene davanti ai fornelli a rimestare non mi solleticava per niente affatto…




Ieri sera, però, ho raccolto una parte delle prugne (ce ne sono ancora!!!) e all’ALBA, ho iniziato a lavorare…  circa 8 chili di polpa, senza nocciolo…

Non ho registrato tempi né altro, quindi, se qualcuno fosse interessato, trascrivo gli ingredienti della ricetta di Lydia, per 1 Kg di polpa di prugne, poi basta moltiplicare tutto…

“1 kg di prugne già lavate e tagliate a pezzetti

400 gr di zucchero

1 mela grattugiata

200 gr di uvetta

1 limone premuto e la buccia grattugiata

1 cucchiaino scarso di cannella in polvere”…

Il resto della ricetta  con il procedimento è QUI


Le mie variazioni:

- ho ridotto la quantità di uvetta (in totale ne ho aggiunti circa 200 grammi a ¾ della cottura) e ho dimezzato la quantità di cannella.

- ho completato il procedimento di cottura in un’unica fase, iniziando con la sola frutta e aggiungendo lo zucchero all’inizio della formazione delle bollicine.

In conclusione ho ottenuto 15 barattoli di marmellata, di capacità varia…

Grazie Lydia!




Aggiornamento: ho inserito altre due immagini che ieri non riuscivo a caricare...

venerdì 9 luglio 2010

Limoni e prugne... ricetta cercasi

Anche quest'anno i miei limoni sono stramaturi e aspettano solo di essere colti e utilizzati. Ho già qualche ricetta per una marmellata, ma vorrei cambiare.
Se qualcuno volesse suggerirmi un'altra versione o un altro impiego, sarei felice di provare... non cose troppo laboriose eh...

Anche le prugne, sono quasi mature e ho idea che matureranno tutte in un baleno, perciò vorrei qualche consiglio, magari potreste segnalarmi una vostra ricetta,  anche per una marmellata di prugne... ;-)


Anna Righeblu ideeweekend

lunedì 28 giugno 2010

Siena - Il Palio del 2 Luglio

Si avvicina la fatidica data del primo appuntamento, in Piazza del Campo, con la manifestazione più attesa dai Senesi.
Anche quest'anno protagoniste del Palio del 2 Luglio saranno 10 contrade su 17.
La rosa delle 10 comprenderà le 7 contrade che non hanno partecipato al precedente palio e le altre 3 estratte a sorte tra le rimanenti.

Quest'anno le contrade che si contenderanno il Palio, dedicato alla Madonna di Provenzano e rappresentato dal vessillone realizzato dall' artista libanese Ali Hassoun, sono:
Aquila, Bruco, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Nicchio, Onda, Selva, Torre.


Come sostengono i senesi, "il Palio è il Palio", non c'è analisi, né argomentazione, che possa definire compiutamente il legame  dei senesi alla contrada e al Palio.

La manifestazione è complessa, preceduta e accompagnata da una serie di eventi che val la pena di "vivere".

Intanto, vi ripropongo il mio video "Immagini di Siena", per una piccola visita virtuale a questa meravigliosa città.

http://www.youtube.com/watch?v=-o18vDdrtMk
   

giovedì 24 giugno 2010

Si fa presto a dire strega...

[immagine da google images]
Quante volte diciamo: " ...è una strega!!!" per indicare una donna cattiva, brutta, maligna… o anche una donna bellissima…  diabolicamente scaltra o dotata di spiccata sensibilità, magari associata ad atteggiamenti stravaganti!

Già, si fa presto a dire strega… ma come la rappresentiamo nel nostro immaginario?

Ancora svolazzante a cavallo del suo manico di scopa... oppure intenta a rimestare pozioni nel calderone?

Comunque la immaginiamo, rimane una figura inquietante: donna semplice ma anche abile guaritrice ed esperta conoscitrice d'erbe, trasgressiva, intrigante, temuta e segnata dal pregiudizio e dal sospetto.

Segni di riconoscimento? Avere un gatto nero, i capelli rossi e il segno del diavolo: un neo nell'iride dell'occhio...
questo nei secoli bui della "caccia alle streghe".
(ehi tu! Stai cercando insistentemente questo post con chiavi di ricerca varie...  ma non crederai mica a queste cose! Questo è solo un post, un banale post... non credi che postresti usare meglio il tuo prezioso tempo? Comunque, se sei un lettore interessato, benvenuto!)

E ai nostri giorni?
Vi capita di associare l'immagine della strega a qualcuno?
Oppure, di pensare che qualcuno possa essere oggetto di una metaforica "caccia alle streghe"?



PS:
Partendo da una ricerca in rete, sulla piazza del Kuerc di Bormio (in alto),  ho scovato qualche sito con documenti originali su "la stregoneria nel contado di Bormio" e, inoltre, un interessante articolo sulla storia e tradizioni dell'Alta Valtellina, di Daniela Valzer (da "La Provincia di Sondrio" del 9 Ottobre 2004)  che vi segnalo:

"Cega, la strega che morì di vecchiaia"

"Incuteva paura solo a nominarla. Quasi che, sfuggente ed insidiosa, si potesse materializzare all’improvviso. Da Domenica Pradella, la Castelera, bisognava tenersi alla larga perché era la «priora delle streghe» e nel ‘600, quando visse, certamente la più temuta tra le persone che godevano di connivenza con il Demonio. Ciononostante (o forse proprio per questo) fu l’unica a morire di vecchiaia e non sulla forca al Prà della Giustizia. Inafferrabile come la nebbia (tanto che la si diceva anche «cega») la Castelera è uno di quei personaggi su cui la storia maggiore scivola distratta, ma che invece meriterebbe un’ampia biografia. Le informazioni sul suo conto non mancano."
Se vi va, continua QUI e buona lettura! 

Anna Righeblu Ideeweekend 

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