mercoledì 10 ottobre 2012

La Meraviglia d'Occidente - idea per un weekend



La “Meraviglia d’Occidente” è l'isola-santuario di Le Mont Saint Michel, un luogo dal fascino straordinario, una visione, emozionante e fantastica.
Qui il cielo, la terra e l'acqua si confondono in un unico, grande quadro "celestiale".

E' un'idea per un weekend, in qualsiasi stagione… ma non vi aspettate di assistere al fenomeno dell’alta marea... continua QUI

Anna  - Righeblu - idee weekend

giovedì 4 ottobre 2012

Il giardino di Ninfa


Non è solo il fascino o la bellezza a rendere incantevole questo giardino, è anche quel vago senso di mistero che aleggia tra le rovine a rievocare piccole e grandi storie incompiute.


Il giardino all'inglese di Ninfa è una sorta di giardino dell'Eden, dove macchie di color lavanda, rose, petunie, iris e glicini spuntano da ogni dove, tra prati, rovine, alberi e acque.


E' un luogo romantico ed elegante, un'oasi naturalistica accogliente in cui trascorrere un week end a pochi chilometri da Roma.


Si trova nel territorio di Cisterna di Latina, vicinissima a Sermoneta ed è aperta al pubblico, su prenotazione presso la Fondazione Caetani.


Anche se il periodo migliore per visitarla è ad inizio primavera, quando le rovine sono ricoperte da miriadi di rose in piena fioritura, è ancora possibile apprezzarne la bellezza in questa stagione, fino a Novembre.


I prossimi giorni di apertura al pubblico, senza prenotazione, sono fissati il 6, il 7 ottobre e il 4 novembre.

Un itinerario interessante potrebbe comprendere, oltre a Ninfa, anche Sermoneta e l'abbazia di Valvisciolo.

Anna Righeblu Idee weekend

martedì 11 settembre 2012

Strudel di mele con panna - Alto Adige



Vacanze altoatesine finite da un pezzo… :((

e inizio scuola tra due giorni, quest’anno con qualche novità…

Avrei voglia di un dolce come questo: io adoro lo strudel di mele ma qui, a Roma, quello autentico è quasi introvabile.

Se anche a voi piace lo strudel originale, provate questa ricetta: è di una mia amica, Ileana V. B. e non è presa dalla rete.


Ingredienti

Pasta:
300 g farina – 150 g burro – 150 g zucchero – 1 rosso d’uovo – 2 cucchiai di latte – 1 presa di bicarbonato.

Ripieno:
1kg mele renette – 100 g uva sultanina – 70 g pinoli – 3 cucchiai zucchero – buccia grattugiata di un limone – succo di mezzo limone – pane grattugiato – 1 o 2 cucchiaini di cannella in polvere.

Procedimento:
  • Impastare gli ingredienti per la pasta fino ad ottenere un composto liscio e uniforme.
  • Lasciare riposare per circa mezz’ora.
  • Ammorbidire l’uvetta in poco rhum o acqua.
  • In una ciotola: tagliare le mele a fette sottili.  Aggiungere: succo di limone, uvetta sgocciolata, pinoli, cannella, zucchero, buccia di limone grattugiata e amalgamare.
  • Stendere la pasta, cospargere di pane grattugiato, mettere la frutta e raddoppiare.
  • Spennellare con uovo.
  • Forno 180°-200° per circa un’ora.


Accompagnare con panna montata.


PS: Con l’ottimo strudel della foto ho concluso il pranzo di ferragosto al ristorante del Gasthof Schönblick di Perca (BZ).

giovedì 6 settembre 2012

Prato Piazza - Val di Braies



Prato Piazza è uno splendido altopiano del Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies.

È frequentato dagli amanti della montagna per la straordinaria bellezza dei panorami e la magnifica vista su alcune delle più belle cime dell’Alto Adige. 

Situato a 2000 metri di altitudine, è un’enorme distesa di luminosi, verdi prati, con vista sulla Croda Rossa, sul Picco di Vallandro, le Tofane e il monte Cristallo.


Natura incontaminata e panorami mozzafiato lo rendono luogo ideale per relax, passeggiate ed escursioni di varia difficoltà.

Per arrivare, si può percorrere a piedi la strada e il sentiero battuto oppure, più comodamente, sempre partendo da Ponticello (base di partenza con ampio parcheggio), si può utilizzare l’autobus-navetta che arriva fino all’altopiano.

Il rifugio Prato Piazza è la prima, confortevole sosta per affrontare poi i diversi percorsi.


Quello più facile e pianeggiante porta fino al Rifugio Vallandro, a 2040 m, posto su una terrazza naturale di fronte al monte Cristallo e affiancato dai resti di una fortificazione austriaca risalente al 1890: il forte di PratoPiazza.


Da qui, lungo percorsi più impegnativi, si possono raggiungere punti di osservazione privilegiati, come la cima del Picco di Vallandro che offre una magnifica vista sulla Val Pusteria e le Tre Cime di Lavaredo.

Il mio punto d’arrivo è stato proprio il Rifugio Vallandro con una sosta nella accogliente stuben tirolese per gustare un tipico piatto con salumi misti e formaggi.


La mia escursione è datata 13 Agosto 2012 ma Prato Piazza, bellissimo in ogni stagione, è da considerarsi una meta ideale per idee weekend ed escursioni estive ed invernali.


domenica 2 settembre 2012

Ideeweekend nel giardino senza tempo



Un'idea weekend da non perdere,  tra rose, storia e leggenda: è il giardino senza tempo di Castello Quistini a Rovato, in provincia di Brescia


Dal 2 Settembre il percorso storico e botanico del castello franciacortino si rinnova grazie ai colori e alle fioriture autunnali.
“Arriva l’Autunno e riaprono i giardini di Castello Quistini, luogo magico senza tempo tra le terre della Franciacorta ... continua QUI.
 
Anna - Righeblu - Idee weekend

 

venerdì 23 marzo 2012

Giornate FAI di Primavera - 24 e 25 marzo 2012

[Grotte di Catullo - Sirmione - XX Giornata FAI di Primavera - @Anna - Righeblu - Ideeweekend]

Nuovo appuntamento con le Giornate FAI di Primavera!
Sabato 24 e Domenica 25 Marzo 2012 scopriamo l'Italia con il FAI. Il Fondo per l'Ambiente Italiano  apre 670 luoghi in occasione della XX edizione della giornata FAI di Primavera.
E' un'occasione da non perdere: castelli, palazzi, ville, giardini, monumenti e siti da scoprire nel weekend, anche vicino casa...
QUI il sito del FAI, con l'elenco dei luoghi aperti, regione per regione (in Lombardia anche il sito archeologico delle Grotte di Catullo a Sirmione) e QUI l'elenco dei luoghi da scoprire nel LAZIO.
Buon weekend!

Anna - Righeblu - Ideeweekend

mercoledì 14 marzo 2012

"Roma al tempo di Caravaggio 1600-1630". Pomeriggio al museo

Michelangelo Merisi da Caravaggio - Sant'Agostino
Sono gli ultimi giorni possibili per visitare questa mostra: prevista in chiusura al 5 febbraio, è stata prorogata fino al 18 marzo.
Ieri pomeriggio, quindi, al museo per ammirare questi staordinari dipinti...
Centoquaranta opere, sullo sfondo rosso delle sale di Palazzo Venezia a Roma, raccontano le vicende che segnarono il panorama artistico romano nei primi decenni del 1600.
Il percorso inizia con due opere messe a confronto e raffiguranti lo stesso soggetto, la Madonna di Loreto, una del Caravaggio, l'altra di Annibale Carracci. 
C'è da dire che l'opera del Caravaggio, attualmente rientrata nella sua sede, è sostituita da una copia fotografica a grandezza reale. 
I pannelli esplicativi consentono, anche ai meno esperti, una facile "lettura"delle rappresentazioni e dei particolari stilistici che caratterizzano e differenziano i due dipinti. Da qui la mostra si sviluppa attraverso le opere dei classicisti allievi del Carracci: il Domenichino (sibilla Cumana), Guido Reni, Albani, Baglione.
Domenico Zampieri detto il Domenichino - Sibilla Cumana - google image
A seguire, le opere dei pittori che subirono il fascino del nuovo stile caravaggesco: Rubens (l'Adorazione dei pastori), Saraceni, Orazio Gentileschi e Artemisia Gentileschi (Susanna e i vecchioni) e altri importanti artisti, italiani e stranieri, interpreti della rinascita artistica di Roma nei primi tre decenni del 1600.
Artemisia Gentileschi - Susanna e i vecchioni - google image

Tra le opere esposte è presente il "Sant'Agostino" (foto 1), la cui recente attribuzione al Caravaggio ha generato un vivace dibattito tra gli studiosi del settore.

Info:
"Roma al tempo di Caravaggio 1600-1630"
Museo Nazionale di Palazzo Venezia
Saloni monumentali
Via del Plebiscito, 118 - Roma
Prorogata fino al 18 marzo 2012

Apertura: Tutti i giorni, tranne il lunedì, ore 10-19

Anna - Righeblu - Ideeweekend

martedì 6 marzo 2012

Lazise e l'antica dogana Veneta del Garda



Lazise è un piccolo borgo, molto grazioso, situato sulla sponda veneta del lago di Garda e vanta una storia piuttosto movimentata. 
Tra gli eventi che la videro protagonista nel corso dei secoli, la cittadina è ricordata come il primo libero Comune d’Italia. Tale concessione pare le sia derivata da Ottone II di Sassonia in persona, imperatore del Sacro Romano Impero, nel 983.
In seguito, sotto il dominio degli Scaligeri, Lazise fu racchiusa da una cinta muraria e vi fu edificato il castello


Agli Scaligeri seguirono poi i Visconti, i Carraresi, i Gonzaga, Venezia…  E fu solo con la terza guerra d’Indipendenza che Lazise poté entrare a far parte del regno d’Italia.
Di questa travagliata storia, alla città restano alcune testimonianze ben conservate: innanzitutto il castello e le mura con le tre porte d’ingresso: porta san Zeno, porta Lion e porta nuova, 

e poi la chiesa di san Nicolò, in stile romanico, situata in prossimità della darsena del vecchio porto.

Accanto al vecchio porto sorge l’antica Dogana veneta, un massiccio edificio risalente al 1300. 
Fu utilizzato dapprima come arsenale, poi come centro per la produzione della polvere da sparo e, infine, come dogana per le merci.

Attualmente la Dogana veneta è un  centro congressi, usata per ospitare servizi e organizzare eventi.
Vi segnalo, tra le idee weekend da organizzare proprio nel prossimo fine settimana, un appuntamento enogastronomico alla Dogana veneta di Lazise: "il Banco d’assaggio del Bardolino e del Chiaretto"  degustazione di vini rossi e rosati, che si svolgerà l’11 marzo 2012, dalle 10 alle 18, con ingresso gratuito.
Una buona occasione per conoscere e apprezzare la bellezza e i sapori del lago.


 Anna - Righeblu - Ideeweekend

Post correlati:
Sirmione - Grotte di Catullo
 

domenica 26 febbraio 2012

Mare e aquiloni nel vento - Il kitesurf


All'improvviso sembra essere esplosa la Primavera... e anche una gran voglia di mare.
Ed eccomi qui, oggi (ormai è già ieri) con questo splendido mare d'inverno... e gli aquiloni nel vento, bellissimi!


Una tavola, un aquilone, il mare e il vento... come non fermarsi a seguire le evoluzioni di questi kitesurfing?
Si tratta di uno sport estremo, per chi ama le emozioni forti.
Il kitesurf è un mix di windsurf, surf e sci acquatico, praticabili con una tavola e un aquilone, che viene comandato utilizzando una barra collegata ad esso con lunghi e sottili cavi in fibra sintetica.


La grande diffusione di questo sport si deve alla facile praticabilità, anche quando si è in condizioni di mare piatto e venti deboli.


Come tutti gli sport estremi, comporta dei rischi e richiede forza, equilibrio, grande allenamento e pratica, da acquisire in appositi corsi.
Uno sport spettacolare!

Anna - Righeblu - idee weekend

martedì 21 febbraio 2012

Le grotte di Catullo

Non sono un'attrazione speleologica ma, se vi trovate a passare da Sirmione, sono assolutamente da non perdere!
Il termine "grotte" è rimasto in uso sin dalla loro scoperta, avvenuta nel Cinquecento, quando i primi ruderi furono rinvenuti sulle rive del lago, quasi a formare caverne ricoperte dalla vegetazione.
In realtà, le "grotte di Catullo"  rappresentano un importante sito archeologico con i resti di una imponente villa romana, la più grande che si conosca nel Nord d'Italia.

Si trova in una splendida posizione, sulla punta della penisola di Sirmione, protesa sulle acque del lago di Garda.
Non è certo che appartenesse alla famiglia del grande poeta latino da cui deriva il nome e che, proprio qui a Sirmione, aveva una residenza in cui amava soggiornare lontano dagli affanni di Roma.

La villa, i cui resti sono stati riportati alla luce nel corso di successivi interventi di scavi e restauri, è posta all'interno di un'area museale in cui sono conservati numerosi ed importanti reperti provenienti anche da altri siti archeologici dell'area del Garda.
Dalle ricostruzioni in 3D è possibile riconoscere, nella struttura della grande villa, la dislocazione degli ambienti e la loro destinazione d'uso.

Il settore più interessante è costituito dal doppio criptoportico a pilastri, originariamente costituito da un lungo ambiente coperto, formato da due larghi corridoi, forse utilizzati per momenti di svago e piacevoli passeggiate.
Nella parte centrale, la villa presenta un grande spazio aperto che, attualmente, è occupato da un oliveto.
Su uno dei lati è situato il settore termale, che comprendeva una grande piscina e gli ambienti annessi.

I resti della grandiosa villa sono oltremodo interessanti per la splendida posizione: da qui, tra porticati, archi e terrazze è possibile inquadrare meravigliosi e indimenticabili scorci di lago, come quello, imperdibile, della Trifora del Paradiso...

Notizie utili:
link sito "Grotte di Catullo e Museo Archeologico di Sirmione" (BS)

Post correlati: Sirmione

Anna - Righeblu - Idee weekend

domenica 12 febbraio 2012

Dimensioni del tempo e arte del viaggiare... scorci di Sud Est Asiatico

Vat Phu - Champasak - Laos
foto da http://blog.bittercoder.com


Un post scritto da tempo e lasciato lì, tra le bozze, in attesa...

L'arte del "Viaggiare" non è nella semplice ricerca e visita dei luoghi. E' nella visione personale della conoscenza, sostenuta dalle storie, dai riti e dalle esperienze, nell'interazione con il quotidiano di chi quei luoghi "vive".
Itinerari interiori, dove le dimensioni del tempo e dello spazio convivono, in armonia con i lenti ritmi del divenire...  Come in questi scorci di Sud Est Asiatico, raccontati da un'archeologa italiana, in questo datato ma interessante e sempre attuale
articolo di Massimo Morello. 

"Ascoltate le fiabe e cantate con i khmer"
da: la Repubblica web, settembre 2006

- VITE IN ALTRI MONDI/1 -  Il Sud Est Asiatico, la sua gente, la sua dolcezza e bellezza, raccontati da un'italiana che ha scelto di lavorare qui: Patrizia Zolese, archeologa consultant dell'Unesco. 
di Massimo Morello        Foto di Andrea Pistolesi

 -  Mi faccio raccontare le favole per capire l'immaginario locale.
Immancabilmente c'è una strega, o un principe, una bella ragazza. Solo che non finiscono per vivere assieme felici e contenti.
In Laos, per esempio, la ragazza muore e si trasforma: in un albero, un pesce.
Quando me le raccontavano, mi commuovevo.
"Peccato, non ha sposato il principe" dicevo. E loro si sorprendevano. "Ma come, pensa: si è trasformata in un pesce tutto colorato". Per loro era una cosa bellissima".

Patrizia Zolese , archeologa, è lei stessa una straordinaria affabulatrice.
Le sue storie si susseguono come le sigarette che continua ad accendere.
Sono scorci su mondi perduti e regioni arcane.
[...]
Scorrono scene di viaggio in Balucistan, persa al confine tra la frontiera pakistana e quella afghana, una zona di trafficanti d'armi, tè, oppio, clandestini e gli incontri coi Pathan, i guerrieri delle montagne dell'Afghanistan orientale:
"Ero amata e trattata come una principessa".
Ricorda Karachi trent'anni fa:
"Le mille e una notte. Feste a tema. E se il tema era il verde, per le signore era semplice: si coprivano di smeraldi".

L'arrivo in Laos, nel 1990:
"Non c'era luce, non c'erano strade, abitavo in una capanna sul Mekong con una collega francese".

Patrizia Zolese è responsabile archeologico-culturale per l'Asia della Fondazione Lerici, consultant dell'ufficio Unesco per l'area Asia-Pacifico, esperta d'architettura orientale al Politecnico di Milano. 

Vat Phu - Champasak - Laos
foto da http://blog.bittercoder.com
Trascorre sei mesi l'anno in Italia e gli altri sul campo, tra il sito di Vat Phu (nelle foto di queste pagine), nel sud del Laos, definito "la culla della civiltà khmer", e quello di My Son, sulla costa centrale del Vietnam, uno dei più importanti centri dell'antico regno dei Champa.
Entrambi
consacrati dall'Unesco Patrimonio culturale dell'umanità, proprio per il lavoro delle missioni archeologiche di cui Patrizia è direttore tecnico.
Stava progettando un'altra missione in Birmania - non usa il nome "ufficiale" di Myanmar - ma è stata bloccata dall'embargo nei confronti di questa nazione, accusata di violazione dei diritti umani.

"Secondo questo principio dovrebbe essere nella lista nera mezzo mondo", obietta. "Personalmente, consiglio a tutti di andare in Birmania. Il turista sensibile, che entra in contatto con la gente, è un narratore, un veicolo d'idee. E le idee non si fermano. Le idee capovolgono le situazioni".

Le esperienze di una persona così diventano inevitabilmente lezioni di vita e di viaggio.

"Non viaggio per viaggiare, se non ho motivo di conoscenza. Il viaggio è un mezzo di comprensione. Capire che cosa ha condotto qualcuno a lavorare in cima a una montagna: questo ti fa capire i meccanismi della storia. La ricerca di me stessa passa anche attraverso questo studio, l'osservazione, il contatto con le persone".

In questa ricerca Patrizia ha sempre seguito la via più difficile, a volte politicamente scorretta.

"Non dobbiamo andare nei Paesi facili. Più i posti sono "diversi", lontani dal nostro modo di pensare, più possiamo acquisire conoscenza, siamo costretti a entrare in contatto con la realtà locale. Bisogna arrangiarsi, saper inventare".
È una regola esistenziale.
"Può capitare di trovarsi in situazioni in cui non si sa che fare, ma poi ti rendi conto che è una scuola esistenziale. Il viaggio è bello perché è una prova di resistenza alle proprie solitudini".

Alcuni ricordi, però, sembrano turbarla.
"Non tutto si può raccontare. Mi sembrerebbe un'offesa violare certe sensazioni, la solitudine. Entri in un vortice di solitudine cui non puoi opporti, devi farne parte, saperlo sfruttare".
Forse è proprio per la sofferenza che può accompagnare il viaggio, o forse per la sua formazione professionale, che Patrizia mantiene un atteggiamento di rigore.

[edizione 2009]
immagine da http://www.library.ohiou.edu
"Come educatrice mi stupisco delle giustificazioni alla "stupidità". Perché devo abbandonare i miei allievi al concetto della stupidità? Devo guidare i miei allievi a vedere il bello".
Il che vale per chiunque.
"Le persone che viaggiano devono essere motivate con onestà intellettuale, pronte a capire, con un minimo di preparazione. Leggere qualcosa della storia, guardare una mappa: questo è categorico. Bisogna viaggiare con coscienza, tanto più oggi. Il viaggio è talmente facilitato che può svilirsi. Anche a chi ha poco tempo, consiglio di evitare i percorsi canonici. Il viaggio come riproduzione delle cose che hai nel tuo Paese è totalmente inutile".

Secondo l'archeologa l'esperienza del viaggio dovrebbe seguire quella del viandante d'una volta, colui che passava dal caravanserraglio alla casa, sperimentando sempre una differente accoglienza psicologica.

"Ricordo ancora la morbidezza dei cuscini delle case anatoliche dove mi fermavo a dormire nei miei primi viaggi. Ricordo l'odore della cucina al mattino, un odore di yogurt, di miele. Ricordo l'affetto delle persone che mi ospitavano. Sono le persone che fanno i Paesi. E le persone saranno i nostri ricordi. Il ricordo dei panorami è destinato a sfumare, i visi resteranno vivi. Sono loro che ci faranno compagnia quando non potremo più viaggiare".

Per capire le persone e i loro Paesi ci vuole tempo. Non in senso lineare, bensì interiore.

"Devi prendere il viaggio come una pausa dal tempo. Abbandonare la velocità, di comunicazione, d'immagine, di pensiero. Sederti su un sasso e parlare con un pellegrino. Osservare il gesto elegante del pescatore che getta una rete. Scambiare esperienze, gioie e dolori con un altro simile che vive a longitudini estreme".
Patrizia ricorda quello che le diceva il suo maestro, Giuseppe Tucci, il più grande orientalista italiano del Novecento.
"Potrai trovarti in cima a una montagna. Potrai parlare con un pastore. Attenzione a come gli parli, potrebbe essere un filosofo".

Il Sud Est Asiatico secondo Patrizia è una sorta di metafora delle diversità.

"È un mondo: all'interno delle stesse nazioni ci sono usi, costumi, etnie diverse. Hai diverse facce, costumi, metodi di porsi. Va tenuto presente. Noi siamo abituati a essere monoculturali e monoreligiosi".

È in questo mondo che si può affinare l'arte del viaggio.

"Devi esercitarti alla comprensione, selezionare le immagini, i volti, i gusti, per avere la percezione delle differenze tra i popoli, i cibi, gli accostamenti cromatici delle architetture, i concetti estetici".

I compiti che Patrizia pone all'aspirante viaggiatore sembrano abbastanza difficili, e forse se ne rende conto anche lei. Ma non fa sconti.

"Sono Paesi complessi. Proprio per questo dobbiamo studiarne la storia, almeno dal periodo coloniale. Sapere a che cosa ha portato e di cui ancora vediamo i segni. Il viet, appena ti diventa amico, la prima cosa che ti racconta è che cosa ha fatto negli anni '70. Questa storia bisogna conoscerla. Viaggiare deve essere anche un atto politico, di una politica con la P maiuscola".

Sono questa storia e questa politica, secondo Patrizia, che rendono il Sud Est Asiatico un posto sicuro.
[...]
Il livello successivo di conoscenza è quello dell'identità culturale:
"In Sud Est Asiatico è l'armonia ciò che governa l'essere civile. L'uomo è civile se riesce a stabilire armonia tra sé e l'altro, non turbare l'armonia dell'altro. Quindi, alla domanda "come stai?" la risposta è sempre "bene". Si vede moltissimo in Laos. Dove chiunque ti saluta con un sorriso. Dove la gente non urla. Perché la voce alta può turbare la tua tranquillità. Anche in momenti gravi, in discussioni accese, la voce non si alza perché chi alza la voce è un animale".

In quest'ottica armonica rientrano altre semplici regole.
"Essere modesti, non fare prediche. Ascoltare gli altri. Non toccare i capelli dei bambini perché la testa è il luogo della mente. Non fissare le donne, anche se sono libere, perché si imbarazzano. Non rifiutare il cibo che ti offrono. Non andarsene in giro seminudi perché è un'offesa all'etica e al pudore. Tutti comportamenti per i quali non dovrebbe esserci bisogno di una ricerca antropologica. E poi ricordiamoci sempre che in questa parte del mondo conoscono il nostro passato d'arte e cultura: cerchiamo di non disilluderli".

Il galateo è importante per Patrizia soprattutto come codice di partecipazione e condivisione.

"Ora che si è sviluppato il turismo interno è interessante dare un'occhiata a dove vanno i locali. Basta rivolgersi alle agenzie del posto. Così è possibile partecipare a riti, matrimoni, feste, tanto più che gli ospiti stranieri sono considerati un segno di status.
L'importante è porsi in maniera costruttiva e curiosa. E allora fatevi tradurre i testi delle loro canzoni: capirete com'è visto l'amore, qual è la percezione del corteggiamento. E poi cantate con loro: è una forma di comunicazione, di condivisione della felicità".

Per lei, però, il modo migliore per godersi questa parte del mondo è ancora più semplice.

"Stare seduti sui seggiolini dei bar e fumarsi una sigaretta in pace con i locali. Godendo di quell'istante come loro, che sono pochi anni che hanno questo lusso. Viet, lao, cambogiani, birmani sono pieni di storie che vale la pena ascoltare".  -


**********

sabato 11 febbraio 2012

Nevica a Roma


  - 10 febbraio 2012 -
Nevica a Roma e, prontamente, intervengono i mezzi spazzaneve e spargisale...


Anna - Righeblu - Idee weekend

sabato 4 febbraio 2012

Un premio con i fiocchi... di neve!


Era da tanto che non mi capitava di ricevere un premio per i miei blog e, dunque, pensavo che ormai non ce ne fossero più in giro… e invece mi sbagliavo!
Ho scoperto di aver ricevuto il premio “The versatile blog”, graditissimo, dalla cara amica blogger “Gata da plar” che ha voluto inserirmi nel suo elenco dei premiati.
Un premio con i fiocchi potrei definirlo, vista la concomitanza con le memorabili nevicate di questi giorni…

Grazie Gata!
E adesso rispondo al suo post cercando di interpretare il senso del premio:
Innanzitutto vorrei premiare tutti i miei simpatici amici blogger linkati nella barra laterale, senza citarne in particolare alcuni… e, per chi volesse continuare la catena dei post, partendo da qui, potrei sempre integrare questo post con un elenco in aggiornamento.
Da quanto ho capito, il premio comprende un meme con elencazione di 7 cose di sé.
Ebbene, eccole, anche se non sono una novità perché ripeterò cose già dette in altre occasioni:
1 - Mi piace viaggiare e andare alla scoperta di borghi e castelli.
2 - Non mi piace la vacanza organizzata e nei soliti circuiti turistici.
3 - Sono interessata a conoscere i luoghi che visito e mi piace scoprirne particolari e curiosità.
4 - Non sono indiscreta né invadente.
5 - Adoro la buona cucina regionale.
6 - Detesto le persone volgari e invadenti, altezzose e arroganti, inopportune e saccenti.
7 - Amo la montagna in estate, il lago, il mare, la campagna e le città d’arte in tutte le stagioni…

lunedì 23 gennaio 2012

Terme nel Lazio: le terme di Stigliano



A pochi chilometri da Roma, nel territorio di Canale Monterano, c’è un centro termale le cui sorgenti erano note sin dall’antichità: le terme di Stigliano.
Dopo averle scoperte per caso attraverso una ricerca in rete, a fine Luglio sono andata a curiosare…
Passando da Bracciano, e superata Manziana, mi sono ritrovata a percorrere una strada poco frequentata, in una zona scarsamente abitata. Ho ipotizzato, perciò, che si trattasse di un sito isolato, forse solo un insieme di ruderi di un’antica stazione termale romana. Mi sono ritrovata, invece, in un posto che non avrei mai immaginato di trovare, proprio lì, tra i monti della Maremma laziale.

Un posto isolato, sì, ma ben tenuto e in una posizione senza dubbio ideale, se si è alla ricerca di sana e assoluta tranquillità, per lasciarsi alle spalle lo stress e rigenerarsi… 

Ovviamente, potrebbe non essere un posto adatto a tutti e, prima di prenotare, è consigliabile una visita di una giornata, considerando che i periodi di apertura sono da verificare e che, in genere, vanno da fine Marzo in poi. 

Lo SPA termale, noto come “il Bagnarello” delle terme di Stigliano, si trova all’interno di un parco molto curato, poco distante da un’antica residenza nobiliare oggi trasformata in Grand hotel.

Non ho ancora avuto modo di visitare l’hotel che, nella parte esterna, è dotato di due piscine, una delle quali, di dimensioni ridotte, con acqua termale e l’altra, molto grande, con acqua comune.
Lo stabilimento termale del Bagnarello è molto frequentato, in estate, per le cure giornaliere e mette a disposizione due piscine (più un percorso flebologico), con acqua solfo-iodica. Nella vasca più grande l’acqua ha una temperatura mediamente vicina a quella corporea, mentre nell’altra la temperatura è più alta. 

Pare che quest’acqua derivi da diverse sorgenti con temperature variabili dai 25 ai 40-50 gradi circa e che sia indicata per cure e trattamenti sia medici sia estetici.
La posizione del centro termale di Stigliano è, senza dubbio, molto interessante per un weekend nel  territorio e dintorni: nelle vicinanze, infatti, si trova Canale Monterano con le rovine della città morta di Monterano e l’omonima Riserva Naturale.  Dei resti di un ponte del diavolo, che mi risultava trovarsi in zona, purtroppo non sono riuscita ad avere altre notizie…

Da qui è possibile seguire diversi itinerari: si può proseguire per Tolfa, che merita sicuramente una visita e, magari, anche una sosta per provare la buona cucina tipica. Per questo, la mia tappa preferita è la piccola trattoria “da Buzzico” dove è possibile gustare i piatti semplici della tradizione locale, come questo primo con asparagi e funghi porcini,

per finire con una classica crema catalana o con il delizioso tiramisù della signora Anna che lo prepara secondo una sua ricetta personale. 

Altro itinerario è quello che porta verso il mare e la Riviera degli Etruschi, lungo la strada panoramica del Sasso, fino alla SS Aurelia.
In alternativa, si può seguire l’itinerario che comprende il lago di Bracciano e Cerveteri, con il museo e la necropoli Etrusca.
N.B.: Anche nel periodo primaverile ed estivo, prima di partire è consigliabile informarsi telefonicamente su orari e giorni di apertura.
Le foto sono state scattate in Luglio e Agosto 2011.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails