sabato 31 luglio 2010

Beccati Questo e Beccati Quest'altro - Torri di confine

[foto da www.biomototurismo.it]
Due torri, dal nome a dir poco curioso come "Beccati Questo" e "Beccati Quest'altro", si fronteggiano beffardamente, da ben seicento anni, in territorio di Chiusi.

Nella campagna compresa tra il Lago di Chiusi e il Trasimeno, secondo alcune fonti, la torre di "Beccati Questo" fu edificata per prima, per volere della Repubblica Senese, come simbolo di controllo sul territorio.
La posizione era strategicamente adatta a sorvegliare i confini... tanto che, con lo stesso intento e con lo stesso spirito provocatorio i Perugini contrapposero, in posizione più elevata, una torre dirimpettaia, chiamandola "Beccati Quest'altro"!

Le due torri si trovavano, all'inizio, in terreno asciutto a controllare la linea di confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio.
In seguito, la loro funzione fu prevalentemente diretta al controllo doganale per l'attraversamento del vicino ponte sul Clanis.
Il fiume attraversava tutta la Val di Chiana e, con le sue copiose acque, aveva favorito la nascita e lo sviluppo di importanti centri etruschi.
Successivamente, però, ritenuto responsabile delle frequenti inondazioni del Tevere (in cui si riversavano le sue acque), per volere dello Stato Pontificio, fu sottoposto a opere di sbarramento per la deviazione del corso, cosa che provocò l'impaludamento della zona...

Anche la Torre di Beccati Questo fu, in gran parte, sommersa dalle acque.

[da: a.imageshack.us]
La storia successiva portò le due torri all'abbandono e al declino... fino alla recente rivalutazione con un provvidenziale restauro.
Delle due torri, una, la "Beccati Questo", è di proprietà demaniale, mentre l'altra appartiene a privati e, purtroppo, pare che nessuna delle due sia visitabile...

E' possibile, quindi, solo ammirarle dall'esterno, nell'ambito di un ipotetico itinerario, per un'idea weekend che comprenda la visita a Chiusi e al delizioso lago omonimo.

Come arrivare:
a Chiusi - Da Nord o Sud: Autostrada A1 uscita Chiusi-Chianciano Terme - a destra SS 146, proseguire in direzione Chiusi.

al lago e torri: a circa 3 Km dall'uscita A1, girare a sinistra seguendo le indicazioni "lago di Chiusi", in prossimità del lago, sulla stessa strada, si trova anche l'indicazione per le due torri.



Itinerari: Chiusi - Lago di Chiusi - Torri di "Beccati Questo" e "Beccati Quest'altro" - Castiglione del Lago - Lago Trasimeno


Anna Righeblu - Ideeweekend

lunedì 26 luglio 2010

Anna - un buon onomastico post-icipato

Non sono riuscita a pubblicare prima un post apposito: la mia chiavetta per la connessione mobile ha deciso di disconnettersi ogni 5 o 7 secondi regalandomi tre sillabe per ogni collegamento e lasciarmi, infine,  con un salvataggio in corso... senza salvataggio.
Ma, come ha detto qualcuno... "no... tu ancòra vorresti festeggiare il tuo onomastico? ma è il 26 Luglio, sono tutti in forsennata chiusura di lavori a stretta consegna oppure impelagati a concludere con le prenotazioni per viaggi last-minute, se già non se ne stanno in vacanza... oppure non se lo ricordano perché, forse, non hanno niente da festeggiare..."

Ecco, tra la connessione a singhiozzo e quell' "ancòra", io ho deciso di eliminare le poche, inconsistenti e incoerenti sillabe salvate, e così, niente post...
Ora, però, sembra che funzioni... e se questo

buon onomastico a me e a tutte le amiche, colleghe e blogger di nome Anna e Annarita ...

è un po' post-icipato qui da me, non perdetevi la lettura di questo piacevole post, di Mitì Vigliero alias Placida Signora.

Anna Righeblu Ideeweekend

martedì 20 luglio 2010

Un gatto per amico - impariamo il "gattese"


Nel tentativo di neutralizzare gli effetti del grande caldo, in questi ultimi giorni mi sto concedendo un sovradosaggio di relax, in luoghi freschi e ombreggiati.
Allo stesso modo, un gatto nero col pancino bianco, vagabondo e ramingo, sembra aver scelto l'ombra del mio cespuglio di ortensie per trascorrere le ore più calde delle ultime giornate.

L'indolenza nello sguardo del gattino, e il miagolio soffocato in risposta alle mie occhiate (più preoccupate che indagatrici) sembrano quasi un timido ringraziamento... e un sommesso:
"Ciao, mi fermo solo per un po', a sonnecchiare"...

E io, a bassa voce:
"Sì, sì, carino, puoi rimanere... purché tu non mi trasformi il cespuglio in succursale della tua lettiera!!!"


Finora non mi ha lasciato "ricordini olezzanti"... ospite discreto, a un certo punto sparisce e torna a casa...

Che abbia capito il mio messaggio? E se il suo "gattese" significasse, invece:
"Lasciami in pace, sono stremato, non vedi?"


Non lo saprò mai... ma,
pare che qualcuno abbia cercato di decodificare i comportamenti dei nostri piccoli amici tanto da pubblicare un dizionario, come si legge in questo interessante articolo di Daniela Mastromattei:



Cosa pensa il gatto del suo padrone
di Daniela Mastromattei
(pubblicato il 14 novembre 2009)
 “Dopo aver rimproverato il proprio gatto, se lo si guarda negli occhi, si è afferrati dal tremendo sospetto che abbia capito ogni parola e che la terrà a mente”. Parola di Charlotte Gray sulla “creatura indipendente, che non si considera prigioniera dell’uomo e stabilisce con lui un rapporto alla pari” (Konrad Lorenz).
Esserino dotato di classe ed eleganza, intelligente, sensibile, misterioso ed estremamente discreto, il micio ha mantenuto tutta la felinità dei suoi cugini selvaggi. Il piccolo e grazioso leone, tigre in miniatura, ha preso il posto del cane nel cuore di molte persone che lo preferiscono per la sua forte indipendenza. Il gatto, a differenza del cane, manifesta verso l’uomo una convivenza emancipata, come se volesse costantemente dirci: «Sì ti voglio bene, ma posso fare a meno di te». Oggi, oltre nove milioni di mici vivono nelle case degli italiani. Eppure spesso si ha difficoltà a stabilire subito una relazione con l’amico peloso. Per questo esce il primo dizionario bilingue per gatti e per i loro conviventi umani. Che decodifica tutti i comportamenti e le situazioni della vita quotidiana («lato umano» e «lato gatto») attraverso oltre 180 parole-chiave classificate dalla A alla Z. Il vocabolario edizione Sonda-Larousse (12,90 euro) è stato ideato dal dottor Jean Cuvelier, veterinario, e illustrato da Gilles Bonotaux, disegnatore di talento, amante degli animali. Le vignette mettono in risalto, in modo divertente, alcune situazioni con le quali tutti gli amanti dei gatti si sono confrontati almeno una volta.
Oltre 300 pagine per imparare a parlare il gattese correttamente, per capire cosa vuole dirci il nostro micio quando ci guarda con i suoi occhi sgranati, come rivolgersi a lui quando vogliamo farci ubbidire, come interpretare il suo comportamento e soprattutto per capire cosa pensa di noi?

A come acqua C come carezze
A volte il gatto si comporta in modo davvero strano. Spesso va a bere l’acqua direttamente dal rubinetto. Perché? Che gli passa per la testa. Che vuole dirci: «Qui l’acqua è decisamente migliore!». Il micio è molto esigente, spiega il veterinario nel libro, perché beva l’acqua, questa deve essere pulita e inodore. Nella ciotola, preferibilmente poco profonda ma molto larga e distante dalle crocchette, non deve cadere nessuna briciola di cibo. E a volte tira fuori le unghie. Capita che sia accoccolato tranquillamente sulle ginocchia del suo padrone e si giri improvvisamente per mordere la mano di chi lo sta accarezzando. Cos’è che pensa: «Non sopporto più le tue carezze! Villano». Questo non vuol dire che le coccole le vuole solo quando lo dice lui. Ma che il suo pelo sensibile alle troppe carezze diventa irritabile. Un po’ come se avesse una soglia massima di carezze che non può essere superata.

E come educazioneP come punizione
Non è vero che il gatto è bello ma traditore, sornione ma pronto a colpirti, seduttivo eppure in fondo anaffettivo, il felino ha una socialità complessa e articolata e il suo rapporto con l’uomo presenta ambiti e sfumature molto sottili che vanno conosciuti per poter instaurare un’amicizia profonda e autentica. Per esempio il gatto è in grado di imparare come il cane, a condizione, però di metterci arte e metodo. Quindi durante la sua educazione, se il padrone s’innervosisce nel dare un ordine, il gatto ci rimane male. Non solo. Sapete cosa pensa? «Se mi tratti con quel tono, preferisco andarmene!». Il gatto non ubbidisce al padrone perché lo considera il capo, spiega il veterinario. «Bisogna approfittare delle situazioni in cui il gatto è orientato al suo compagno, quando sta chiedendo qualcosa, per esempio il cibo». Perché una parola acquisti significato è necessario che lui l’associ a una situazione».
A volte il gatto mentre sta giocando col padrone, graffia. La reazione del padrone: abbandona il gioco e se ne va. L’amico a quattrozampe, a questo punto capisce: «Se voglio giocare con lui devo tenere a freno le unghie». L’unica vera punizione quando il micio fa qualcosa di sbagliato è togliergli qualcosa di piacevole, per esempio il gioco, l’attenzione, i bocconcini.

T come trasloco e trasportino
Il gatto vive malissimo i traslochi. Quando la tigre in miniatura si mette a graffiare mobili e a fare i bisogni sui tappeti del nuovo appartamento è davvero stressato: «Questo cambiamento di territorio non ci voleva». Per il gatto la casa è un punto di riferimento: in essa trova le sue certezze e ogni angolo gli è familiare.
E può capitare che si rifiuti di entrare nel trasportino. Ma non per fare i capricci. Sta semplicemente dicendo a gran voce: «Qui non c’è nessun odore rassicurante». Perché il trasportino diventi la sua seconda casa, spiega il veterinario, bisogna tenerlo sempre aperto e accessibile. Ci andrà regolarmente per lasciarci le proprie tracce rassicuranti. Perché, per usare le parole di Hemingway, “i gatti dimostrano di avere un’assoluta onestà emotiva”.

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lunedì 12 luglio 2010

Marmellata di prugne, con uvetta e cannella

E la marmellata è fatta!

Ho deciso di seguire il suggerimento di Lydia: utilizzare le mie prugne (o susine…) “goccia d’oro” (o come si chiamano) seguendo la sua ricetta che, peraltro, avevo già sperimentato con successo lo scorso anno.

C’è voluto tutto il mio coraggio… il caldo qui è insopportabile e l’idea di starmene davanti ai fornelli a rimestare non mi solleticava per niente affatto…




Ieri sera, però, ho raccolto una parte delle prugne (ce ne sono ancora!!!) e all’ALBA, ho iniziato a lavorare…  circa 8 chili di polpa, senza nocciolo…

Non ho registrato tempi né altro, quindi, se qualcuno fosse interessato, trascrivo gli ingredienti della ricetta di Lydia, per 1 Kg di polpa di prugne, poi basta moltiplicare tutto…

“1 kg di prugne già lavate e tagliate a pezzetti

400 gr di zucchero

1 mela grattugiata

200 gr di uvetta

1 limone premuto e la buccia grattugiata

1 cucchiaino scarso di cannella in polvere”…

Il resto della ricetta  con il procedimento è QUI


Le mie variazioni:

- ho ridotto la quantità di uvetta (in totale ne ho aggiunti circa 200 grammi a ¾ della cottura) e ho dimezzato la quantità di cannella.

- ho completato il procedimento di cottura in un’unica fase, iniziando con la sola frutta e aggiungendo lo zucchero all’inizio della formazione delle bollicine.

In conclusione ho ottenuto 15 barattoli di marmellata, di capacità varia…

Grazie Lydia!




Aggiornamento: ho inserito altre due immagini che ieri non riuscivo a caricare...

venerdì 9 luglio 2010

Limoni e prugne... ricetta cercasi

Anche quest'anno i miei limoni sono stramaturi e aspettano solo di essere colti e utilizzati. Ho già qualche ricetta per una marmellata, ma vorrei cambiare.
Se qualcuno volesse suggerirmi un'altra versione o un altro impiego, sarei felice di provare... non cose troppo laboriose eh...

Anche le prugne, sono quasi mature e ho idea che matureranno tutte in un baleno, perciò vorrei qualche consiglio, magari potreste segnalarmi una vostra ricetta,  anche per una marmellata di prugne... ;-)


Anna Righeblu ideeweekend

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