domenica 26 febbraio 2012

Mare e aquiloni nel vento - Il kitesurf


All'improvviso sembra essere esplosa la Primavera... e anche una gran voglia di mare.
Ed eccomi qui, oggi (ormai è già ieri) con questo splendido mare d'inverno... e gli aquiloni nel vento, bellissimi!


Una tavola, un aquilone, il mare e il vento... come non fermarsi a seguire le evoluzioni di questi kitesurfing?
Si tratta di uno sport estremo, per chi ama le emozioni forti.
Il kitesurf è un mix di windsurf, surf e sci acquatico, praticabili con una tavola e un aquilone, che viene comandato utilizzando una barra collegata ad esso con lunghi e sottili cavi in fibra sintetica.


La grande diffusione di questo sport si deve alla facile praticabilità, anche quando si è in condizioni di mare piatto e venti deboli.


Come tutti gli sport estremi, comporta dei rischi e richiede forza, equilibrio, grande allenamento e pratica, da acquisire in appositi corsi.
Uno sport spettacolare!

Anna - Righeblu - idee weekend

martedì 21 febbraio 2012

Le grotte di Catullo

Non sono un'attrazione speleologica ma, se vi trovate a passare da Sirmione, sono assolutamente da non perdere!
Il termine "grotte" è rimasto in uso sin dalla loro scoperta, avvenuta nel Cinquecento, quando i primi ruderi furono rinvenuti sulle rive del lago, quasi a formare caverne ricoperte dalla vegetazione.
In realtà, le "grotte di Catullo"  rappresentano un importante sito archeologico con i resti di una imponente villa romana, la più grande che si conosca nel Nord d'Italia.

Si trova in una splendida posizione, sulla punta della penisola di Sirmione, protesa sulle acque del lago di Garda.
Non è certo che appartenesse alla famiglia del grande poeta latino da cui deriva il nome e che, proprio qui a Sirmione, aveva una residenza in cui amava soggiornare lontano dagli affanni di Roma.

La villa, i cui resti sono stati riportati alla luce nel corso di successivi interventi di scavi e restauri, è posta all'interno di un'area museale in cui sono conservati numerosi ed importanti reperti provenienti anche da altri siti archeologici dell'area del Garda.
Dalle ricostruzioni in 3D è possibile riconoscere, nella struttura della grande villa, la dislocazione degli ambienti e la loro destinazione d'uso.

Il settore più interessante è costituito dal doppio criptoportico a pilastri, originariamente costituito da un lungo ambiente coperto, formato da due larghi corridoi, forse utilizzati per momenti di svago e piacevoli passeggiate.
Nella parte centrale, la villa presenta un grande spazio aperto che, attualmente, è occupato da un oliveto.
Su uno dei lati è situato il settore termale, che comprendeva una grande piscina e gli ambienti annessi.

I resti della grandiosa villa sono oltremodo interessanti per la splendida posizione: da qui, tra porticati, archi e terrazze è possibile inquadrare meravigliosi e indimenticabili scorci di lago, come quello, imperdibile, della Trifora del Paradiso...

Notizie utili:
link sito "Grotte di Catullo e Museo Archeologico di Sirmione" (BS)

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Anna - Righeblu - Idee weekend

domenica 12 febbraio 2012

Dimensioni del tempo e arte del viaggiare... scorci di Sud Est Asiatico

Vat Phu - Champasak - Laos
foto da http://blog.bittercoder.com


Un post scritto da tempo e lasciato lì, tra le bozze, in attesa...

L'arte del "Viaggiare" non è nella semplice ricerca e visita dei luoghi. E' nella visione personale della conoscenza, sostenuta dalle storie, dai riti e dalle esperienze, nell'interazione con il quotidiano di chi quei luoghi "vive".
Itinerari interiori, dove le dimensioni del tempo e dello spazio convivono, in armonia con i lenti ritmi del divenire...  Come in questi scorci di Sud Est Asiatico, raccontati da un'archeologa italiana, in questo datato ma interessante e sempre attuale
articolo di Massimo Morello. 

"Ascoltate le fiabe e cantate con i khmer"
da: la Repubblica web, settembre 2006

- VITE IN ALTRI MONDI/1 -  Il Sud Est Asiatico, la sua gente, la sua dolcezza e bellezza, raccontati da un'italiana che ha scelto di lavorare qui: Patrizia Zolese, archeologa consultant dell'Unesco. 
di Massimo Morello        Foto di Andrea Pistolesi

 -  Mi faccio raccontare le favole per capire l'immaginario locale.
Immancabilmente c'è una strega, o un principe, una bella ragazza. Solo che non finiscono per vivere assieme felici e contenti.
In Laos, per esempio, la ragazza muore e si trasforma: in un albero, un pesce.
Quando me le raccontavano, mi commuovevo.
"Peccato, non ha sposato il principe" dicevo. E loro si sorprendevano. "Ma come, pensa: si è trasformata in un pesce tutto colorato". Per loro era una cosa bellissima".

Patrizia Zolese , archeologa, è lei stessa una straordinaria affabulatrice.
Le sue storie si susseguono come le sigarette che continua ad accendere.
Sono scorci su mondi perduti e regioni arcane.
[...]
Scorrono scene di viaggio in Balucistan, persa al confine tra la frontiera pakistana e quella afghana, una zona di trafficanti d'armi, tè, oppio, clandestini e gli incontri coi Pathan, i guerrieri delle montagne dell'Afghanistan orientale:
"Ero amata e trattata come una principessa".
Ricorda Karachi trent'anni fa:
"Le mille e una notte. Feste a tema. E se il tema era il verde, per le signore era semplice: si coprivano di smeraldi".

L'arrivo in Laos, nel 1990:
"Non c'era luce, non c'erano strade, abitavo in una capanna sul Mekong con una collega francese".

Patrizia Zolese è responsabile archeologico-culturale per l'Asia della Fondazione Lerici, consultant dell'ufficio Unesco per l'area Asia-Pacifico, esperta d'architettura orientale al Politecnico di Milano. 

Vat Phu - Champasak - Laos
foto da http://blog.bittercoder.com
Trascorre sei mesi l'anno in Italia e gli altri sul campo, tra il sito di Vat Phu (nelle foto di queste pagine), nel sud del Laos, definito "la culla della civiltà khmer", e quello di My Son, sulla costa centrale del Vietnam, uno dei più importanti centri dell'antico regno dei Champa.
Entrambi
consacrati dall'Unesco Patrimonio culturale dell'umanità, proprio per il lavoro delle missioni archeologiche di cui Patrizia è direttore tecnico.
Stava progettando un'altra missione in Birmania - non usa il nome "ufficiale" di Myanmar - ma è stata bloccata dall'embargo nei confronti di questa nazione, accusata di violazione dei diritti umani.

"Secondo questo principio dovrebbe essere nella lista nera mezzo mondo", obietta. "Personalmente, consiglio a tutti di andare in Birmania. Il turista sensibile, che entra in contatto con la gente, è un narratore, un veicolo d'idee. E le idee non si fermano. Le idee capovolgono le situazioni".

Le esperienze di una persona così diventano inevitabilmente lezioni di vita e di viaggio.

"Non viaggio per viaggiare, se non ho motivo di conoscenza. Il viaggio è un mezzo di comprensione. Capire che cosa ha condotto qualcuno a lavorare in cima a una montagna: questo ti fa capire i meccanismi della storia. La ricerca di me stessa passa anche attraverso questo studio, l'osservazione, il contatto con le persone".

In questa ricerca Patrizia ha sempre seguito la via più difficile, a volte politicamente scorretta.

"Non dobbiamo andare nei Paesi facili. Più i posti sono "diversi", lontani dal nostro modo di pensare, più possiamo acquisire conoscenza, siamo costretti a entrare in contatto con la realtà locale. Bisogna arrangiarsi, saper inventare".
È una regola esistenziale.
"Può capitare di trovarsi in situazioni in cui non si sa che fare, ma poi ti rendi conto che è una scuola esistenziale. Il viaggio è bello perché è una prova di resistenza alle proprie solitudini".

Alcuni ricordi, però, sembrano turbarla.
"Non tutto si può raccontare. Mi sembrerebbe un'offesa violare certe sensazioni, la solitudine. Entri in un vortice di solitudine cui non puoi opporti, devi farne parte, saperlo sfruttare".
Forse è proprio per la sofferenza che può accompagnare il viaggio, o forse per la sua formazione professionale, che Patrizia mantiene un atteggiamento di rigore.

[edizione 2009]
immagine da http://www.library.ohiou.edu
"Come educatrice mi stupisco delle giustificazioni alla "stupidità". Perché devo abbandonare i miei allievi al concetto della stupidità? Devo guidare i miei allievi a vedere il bello".
Il che vale per chiunque.
"Le persone che viaggiano devono essere motivate con onestà intellettuale, pronte a capire, con un minimo di preparazione. Leggere qualcosa della storia, guardare una mappa: questo è categorico. Bisogna viaggiare con coscienza, tanto più oggi. Il viaggio è talmente facilitato che può svilirsi. Anche a chi ha poco tempo, consiglio di evitare i percorsi canonici. Il viaggio come riproduzione delle cose che hai nel tuo Paese è totalmente inutile".

Secondo l'archeologa l'esperienza del viaggio dovrebbe seguire quella del viandante d'una volta, colui che passava dal caravanserraglio alla casa, sperimentando sempre una differente accoglienza psicologica.

"Ricordo ancora la morbidezza dei cuscini delle case anatoliche dove mi fermavo a dormire nei miei primi viaggi. Ricordo l'odore della cucina al mattino, un odore di yogurt, di miele. Ricordo l'affetto delle persone che mi ospitavano. Sono le persone che fanno i Paesi. E le persone saranno i nostri ricordi. Il ricordo dei panorami è destinato a sfumare, i visi resteranno vivi. Sono loro che ci faranno compagnia quando non potremo più viaggiare".

Per capire le persone e i loro Paesi ci vuole tempo. Non in senso lineare, bensì interiore.

"Devi prendere il viaggio come una pausa dal tempo. Abbandonare la velocità, di comunicazione, d'immagine, di pensiero. Sederti su un sasso e parlare con un pellegrino. Osservare il gesto elegante del pescatore che getta una rete. Scambiare esperienze, gioie e dolori con un altro simile che vive a longitudini estreme".
Patrizia ricorda quello che le diceva il suo maestro, Giuseppe Tucci, il più grande orientalista italiano del Novecento.
"Potrai trovarti in cima a una montagna. Potrai parlare con un pastore. Attenzione a come gli parli, potrebbe essere un filosofo".

Il Sud Est Asiatico secondo Patrizia è una sorta di metafora delle diversità.

"È un mondo: all'interno delle stesse nazioni ci sono usi, costumi, etnie diverse. Hai diverse facce, costumi, metodi di porsi. Va tenuto presente. Noi siamo abituati a essere monoculturali e monoreligiosi".

È in questo mondo che si può affinare l'arte del viaggio.

"Devi esercitarti alla comprensione, selezionare le immagini, i volti, i gusti, per avere la percezione delle differenze tra i popoli, i cibi, gli accostamenti cromatici delle architetture, i concetti estetici".

I compiti che Patrizia pone all'aspirante viaggiatore sembrano abbastanza difficili, e forse se ne rende conto anche lei. Ma non fa sconti.

"Sono Paesi complessi. Proprio per questo dobbiamo studiarne la storia, almeno dal periodo coloniale. Sapere a che cosa ha portato e di cui ancora vediamo i segni. Il viet, appena ti diventa amico, la prima cosa che ti racconta è che cosa ha fatto negli anni '70. Questa storia bisogna conoscerla. Viaggiare deve essere anche un atto politico, di una politica con la P maiuscola".

Sono questa storia e questa politica, secondo Patrizia, che rendono il Sud Est Asiatico un posto sicuro.
[...]
Il livello successivo di conoscenza è quello dell'identità culturale:
"In Sud Est Asiatico è l'armonia ciò che governa l'essere civile. L'uomo è civile se riesce a stabilire armonia tra sé e l'altro, non turbare l'armonia dell'altro. Quindi, alla domanda "come stai?" la risposta è sempre "bene". Si vede moltissimo in Laos. Dove chiunque ti saluta con un sorriso. Dove la gente non urla. Perché la voce alta può turbare la tua tranquillità. Anche in momenti gravi, in discussioni accese, la voce non si alza perché chi alza la voce è un animale".

In quest'ottica armonica rientrano altre semplici regole.
"Essere modesti, non fare prediche. Ascoltare gli altri. Non toccare i capelli dei bambini perché la testa è il luogo della mente. Non fissare le donne, anche se sono libere, perché si imbarazzano. Non rifiutare il cibo che ti offrono. Non andarsene in giro seminudi perché è un'offesa all'etica e al pudore. Tutti comportamenti per i quali non dovrebbe esserci bisogno di una ricerca antropologica. E poi ricordiamoci sempre che in questa parte del mondo conoscono il nostro passato d'arte e cultura: cerchiamo di non disilluderli".

Il galateo è importante per Patrizia soprattutto come codice di partecipazione e condivisione.

"Ora che si è sviluppato il turismo interno è interessante dare un'occhiata a dove vanno i locali. Basta rivolgersi alle agenzie del posto. Così è possibile partecipare a riti, matrimoni, feste, tanto più che gli ospiti stranieri sono considerati un segno di status.
L'importante è porsi in maniera costruttiva e curiosa. E allora fatevi tradurre i testi delle loro canzoni: capirete com'è visto l'amore, qual è la percezione del corteggiamento. E poi cantate con loro: è una forma di comunicazione, di condivisione della felicità".

Per lei, però, il modo migliore per godersi questa parte del mondo è ancora più semplice.

"Stare seduti sui seggiolini dei bar e fumarsi una sigaretta in pace con i locali. Godendo di quell'istante come loro, che sono pochi anni che hanno questo lusso. Viet, lao, cambogiani, birmani sono pieni di storie che vale la pena ascoltare".  -


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sabato 11 febbraio 2012

Nevica a Roma


  - 10 febbraio 2012 -
Nevica a Roma e, prontamente, intervengono i mezzi spazzaneve e spargisale...


Anna - Righeblu - Idee weekend

sabato 4 febbraio 2012

Un premio con i fiocchi... di neve!


Era da tanto che non mi capitava di ricevere un premio per i miei blog e, dunque, pensavo che ormai non ce ne fossero più in giro… e invece mi sbagliavo!
Ho scoperto di aver ricevuto il premio “The versatile blog”, graditissimo, dalla cara amica blogger “Gata da plar” che ha voluto inserirmi nel suo elenco dei premiati.
Un premio con i fiocchi potrei definirlo, vista la concomitanza con le memorabili nevicate di questi giorni…

Grazie Gata!
E adesso rispondo al suo post cercando di interpretare il senso del premio:
Innanzitutto vorrei premiare tutti i miei simpatici amici blogger linkati nella barra laterale, senza citarne in particolare alcuni… e, per chi volesse continuare la catena dei post, partendo da qui, potrei sempre integrare questo post con un elenco in aggiornamento.
Da quanto ho capito, il premio comprende un meme con elencazione di 7 cose di sé.
Ebbene, eccole, anche se non sono una novità perché ripeterò cose già dette in altre occasioni:
1 - Mi piace viaggiare e andare alla scoperta di borghi e castelli.
2 - Non mi piace la vacanza organizzata e nei soliti circuiti turistici.
3 - Sono interessata a conoscere i luoghi che visito e mi piace scoprirne particolari e curiosità.
4 - Non sono indiscreta né invadente.
5 - Adoro la buona cucina regionale.
6 - Detesto le persone volgari e invadenti, altezzose e arroganti, inopportune e saccenti.
7 - Amo la montagna in estate, il lago, il mare, la campagna e le città d’arte in tutte le stagioni…

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