sabato 24 gennaio 2009

La Gravenna


Si trova a Subbiano, sulla strada Umbro Casentinese, tra il torrente Gravenna e l'Arno a circa 15 chilometri da Arezzo.
E' un albergo tranquillo, forse un po’ fuori mano per chi desidera visitare la città ma, comunque, ugualmente comodo e in buona posizione, anche per chi volesse visitare Camaldoli o la Verna…e noi avevamo un ottimo ricordo di questo posto, scovato per caso diversi anni fa.
Nell'ultimo weekend abbiamo deciso di tornare lì...
Al primo impatto, dell'ambiente che ricordavo ho ritrovato tutto o quasi... camere semplici, essenziali e, per il resto, un ambiente confortevole e accogliente, con un numero imprecisato di oggetti e arredi antichi.
Ma ciò che più mi ha fatto star bene è stata l'atmosfera cordiale, la disponibilità e gentilezza di tutto il personale e, sicuramente, l’ottima cucina….
A cominciare dalla colazione, ho apprezzato in modo particolare la torta di riso con l’uvetta…
Per la cena, ci siamo orientati su piatti rustici, tipici toscani, consigliati anche dalla simpatica e bravissima cuoca:
gnocchi al tartufo (divini) e tagliata di manzo al rosmarino (ottima).
Tra i primi abbiamo apprezzato ancora i ravioli al cinghiale e le tagliatelle ai porcini… eccellente anche il prosciutto, affettato direttamente a mano dal simpatico proprietario, il signor Lars, che ci ha fatti sentire davvero a nostro agio.

Anna righeblu ideeweekend

Itinerari: weekend d'arte, Arezzo - Il Duomo - La Leggenda della Vera Croce - Casa Vasari - I Della Robbia in mostra ad Arezzo - Camaldoli -

Albergo Ristorante La Gravenna - Ristorante Buca di San Francesco

martedì 20 gennaio 2009

Arezzo – il Duomo

La mia visita ad Arezzo, nell’ultimo weekend, è iniziata dalla Cattedrale, considerata l’edificio più importante della città.
La parte alta, all’interno delle mura, infatti, è dominata proprio dal maestoso edificio del Duomo.
Risultato di un insieme di stili e rimaneggiamenti, è un condensato di interessanti testimonianze storiche e artistiche, che meritano una visita accurata.
La cattedrale si presenta (all’uscita del comodo percorso di accesso su scale mobili), al centro di un’ampia scalinata in travertino.
Il colore bianco della gradinata, in contrasto con il colore della pietra arenaria dell’edificio, mette in risalto la struttura della solenne facciata, parzialmente grezza nella parte antica e con decorazioni di gusto liberty nella parte più recente.
L’interno, gotico, è illuminato dagli splendidi
effetti cromatici delle vetrate, opere dell’artista francese de Marcillat.


A sinistra si apre la Cappella della Madonna del Conforto, dedicata all’immagine in maiolica della Madonna di Provenzano che, secondo la leggenda, pur annerita dalla fuliggine, avrebbe manifestato all’improvviso tutta la sua lucentezza a tre calzolai in preghiera, annunciando così la fine del terremoto del 1796.
La storia mi è stata raccontata sabato, durante l’ultimo weekend, dal gentilissimo custode, che mi ha consentito anche di fotografare le bellissime tavole invetriate di Andrea della Robbia.


Sempre sulla parete sinistra, quasi nascosto dal grandioso monumento sepolcrale del Vescovo Tarlati, si trova “la Maddalena”, uno degli affreschi più noti e affascinanti di Piero della Francesca.

Il volto e la figura esercitano, infatti, una notevole impressione sull’osservatore…
Il pittore la dipinse nel periodo in cui portava a termine la sua opera maggiore, “la Leggenda della Vera Croce”, nella chiesa di San Francesco, di cui posterò ancora...

Anna righeblu ideeweekend

Itinerari: weekend d'arte, Arezzo - il Duomo - Chiesa di San Francesco - La Leggenda della Vera Croce - Pieve di Santa Maria - Piazza Grande - casa Vasari
- I della Robbia in mostra ad Arezzo

Itinerari del gusto: La Gravenna - Buca di San Francesco

sabato 10 gennaio 2009

Non sono su Facebook!


Già, e perché dovrei?

Perché sembra che ormai, se vuoi “mantenere e condividere i contatti con le persone della tua vita”, devi essere su Facebook…

Giacché, però, i contatti con le persone della mia vita io li condivido, privatamente e quotidianamente (o quasi), con il rapporto diretto e i mezzi di comunicazione consueti… che bisogno ho di renderli pubblici?

Tra l’altro, per carattere, sono una persona riservata (anche se curo due blog, pubblico foto su Flickr e video su youtube) e, per età, sono molto “grande” e poco esperta di Internet .

Devo ammettere che ignoro quali siano le reali potenzialità di questo mezzo e che, nella maniera più assoluta, rispetto, e non giudico, le opinioni divergenti dalle mie.

Con l’interessante articolo di Daniela Mastromattei, dal titolo: "FACEBOOK FA MALE
Facile entrare, difficile liberarsene - I plagiati, i pentiti e le storie kafkiane"
(che riporto sotto, perché il link è cambiato), ho potuto approfondire alcune questioni e dissipare gran parte dei miei dubbi. Per ora, perciò, non ho alcuna intenzione di inserirmi!

E voi, siete iscritti oppure no? E cosa pensate di Facebook?
Anna righeblu ideeweekend

Ecco l'articolo:

FACEBOOK FA MALE
Facile entrare, difficile liberarsene. I plagiati, i pentiti e le storie kafkiane.
di Daniela Mastromattei

"Il 5% degli utenti della mega chat Facebook ha sviluppato una dipendenza compulsiva dal sistema che non va bene e che dimostra come ci sia un uso, spesso patologico, della Rete".
Parole dell'ex senatrice Maria Burani Procaccini, già presidente della commissione bicamerale per l'infanzia. Per la Burani "Facebook sta diventando una sorta di catena di Sant' Antonio che coinvolge oltre misura e che, in questi casi, comporta una sorta di totale dipendenza dal sistema, per cui c'è chi non può farne assolutamente a meno. Si tratta di qualcosa di estremamente pericoloso su cui dover riflettere seriamente."
Si può andare oltre: 120 milioni di utenti sono ostaggi di Facebook. Peccato che molti ancora non lo sappiano. Facile creare un account nel social network, ma non è altrettanto facile cancellarlo. Nipos Das, 34 anni manager americano per più di due mesi ha cercato di eliminare il suo profilo e le sue informazioni, in esso contenute, su Facebook. Nemmeno una minaccia di azione legale gli ha evitato di ricevere l'ennesima mail da parte di un reporter che, entrando in rete è riuscito a trovare il suo profilo e a contattarlo. 
Nonostante Das abbia seguito le procedure di cancellazione segnalate nel sito, i suoi dati sono ancora in possesso dei database del social network. Il sito ti permette di cancellare i dati, questi però restano memorizzati sotto forma di copie nei server di Facebook. Ironia della sorte è addirittura nato un gruppo dal titolo "Come cancellare definitivamente il tuo account da Facebook", a cui hanno aderito subito in 3000. Ora gli iscritti sono saliti a più di diecimila e la cifra sembra aumentare ora dopo ora. Al picco della popolarità gli abbandoni fanno più rumore.
Anche Bill Gates se ne è andato, come si dice nel gergo si è "suicidato". Ogni giorno in media 8000 sconosciuti volevano diventare suoi amici. Come se in un bar qualcuno volesse stringervi la mano ogni dieci secondi. Online il fastidio non è meno reale. Chissà se il fondatore di Facebook, il 24enne Mark Zuckerberg, una volta creato il suo giocattolino ( del valore pari a 16 miliardi di dollari ), ha anche capito come funziona. E scoperto i difetti.
Una volta dentro, digiti la password e scopri dove sono o cosa fanno gli amici, che alcuni hanno familiarizzato per merito tuo, che altri hanno cambiato la foto con cui presentarsi nella società telematica. Declini una serie di inviti di amanti della cucina o lettori del "Piccolo principe", quando ti va bene. Altrimenti ti puoi imbattere in gruppi dallo slogan :"Non ci sono donne che non la danno, ma solo uomini che non sanno chiederla". Devi far sapere alla cerchia di amici virtuali dove ti trovi, casa stai leggendo, quali acquisti hai fatto. Nei momenti più tristi racconti la tua vita, le delusioni amorose e i tuoi problemi. Una compagnia di assicurazioni statunitense, per negare un risarcimento di spese mediche al cliente, porterà in tribunale alcune confessioni online che dimostrerebbero la causa emotiva e non organica dei suoi disordini alimentari. Mentre il procuratore texano, per provare la colpa di un guidatore che ha ucciso un uomo in un incidente d'auto, allegherà le pagine in cui dichiara: " Non sono un alcolista, sono un iperalcolista".
Non è necessario fare cose di rilevanza penale per passare dei guai. Come sanno bene i 27 dipenenti dell'Automobile Club della Southern California licenziati per messaggi offensivi nei confronti dei colleghi. Regolarmente scambiati e letti attraverso il sito.

Secondo un recente sondaggio il 62% dei datori di lavoro britannici guarderebbe con molta attenzione le pagine di Facebook e simili prima dei colloqui. E un quarto dei candidati sarebbe stato respinto di conseguenza. Qual è il datore di lavoro che vuole un dipendente che passa le giornate a smanettare sulle pagine di Facebook? Incollato allo schermo come se stesse partorendo il miglior progetto o pezzo dell'anno. E invece sta per commettere l'ennesima gaffe, raccontando del barbecue della sera prima a casa del collega che si è guardato bene dall'invitare il suo vicino di scrivania. Oppure della bella festa a cui ha partecipato anche l'ex ragazza di Giorgio, arrivato senza la sua attuale fidanzata. E vuoi che la fidanzata di Giorgio non sia su Facebook pronta a fare una scenata non virtuale? Ma si rischia anche di chattare per mesi con qualcuno ( a cui si raccontano i fatti propri ) che si fa passare per qualcun altro. Motivo che ha spinto molti vip a fuggire da Facebook.
Ma c'è ancora chi fa a gara per avere quanti più friends, o presunti tali. Veltroni ne vanta 1.327 e poi li incontra tutti, o quasi, in discoteca.
I veri e sani rapporti di amicizia si coltivano alla luce del sole, davanti a un caffè fumante o facendo una passeggiata, soprattuto guardandosi negli occhi. E se per caso confessi a un fanatico facebooker di non far parte della tribù ti guarda come si guarda un poveraccio, un mentecatto. Pazienza. La parte sana del mondo non ci sarà mai. Si vive bene, anzi meglio, senza Facebook.

Daniela Mastromattei - da Libero del 3 Gennaio 2009


domenica 4 gennaio 2009

Piazza di Tor Sanguigna



E’ uno slargo, poco distante da Piazza Navona, il cui nome deriva dalla Torre Sanguigna, situata all’angolo con Via Zanardelli.
La Torre era l’antica residenza della famiglia dei Sanguigni, nobili romani di fazione ghibellina che, nel periodo Medievale, la abitarono a lungo.
Tutta la zona, da Via Dei Coronari a Sant’Agostino, spesso teatro di violenze e delitti, si dice fosse indicata con il nome della Torre che, nell’immaginario dell’epoca, evocava scenari di misfatti cruenti.


La torre, ormai inglobata in un edificio che la sovrasta, presenta piccole finestre asimmetriche e in numero diseguale.
Nella stessa piazza, sulla facciata del Palazzo Grossi Gondi, si può ammirare una bellissima e famosa edicola sacra, con una Madonna incastonata in uno splendido tabernacolo dalle forme barocche.
La tela, con la Vergine dipinta, è adornata di tre bellissimi angeli posti alla base e alla sommità, il tutto sovrastato da un sontuoso baldacchino.

Anna righeblu ideeweekend

Itinerari. Piazza della Rotonda - Piazza Navona, mercatino - Piazza di Tor Sanguigna - Tevere - Castel Sant'Angelo - Via dell'Orso - Torre della scimmia

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