lunedì 28 maggio 2007

4 giorni a Ventotene - 3

Ventotene - Cala Rossano
16 Maggio 2007 – Meglio tralasciare il resoconto sulle ore di sonno…. Diciamo che la giornata comincia bene. Di fastidioso, al momento, c’è il vento e non voglio proprio pensare alla sabbia, quando saremo in spiaggia! Partiamo dopo la solita conta, al passaggio sotto l’arco all’uscita dall’albergo e, via, verso cala Rossano: lezione di vela. Il vento, come previsto, solleva la sabbia che s’insinua, fastidiosissima, tra i capelli, negli occhi e via dicendo… Per fortuna ogni tanto c’è un po’ di calma. L’istruttore propone a noi docenti di fare la prova della vela. Con "La" e "Te" saliamo sulla barca con i giubbotti; io provo pensando che il percorso sia lo stesso che hanno fatto finora i ragazzi: quello all’interno del porto. Errore, per noi l’istruttore ha pensato ad un’uscita dal porto. Faccio buon viso e cerco di adeguarmi ai comandi manovrando la vela (non so neanche quale, non ero stata attenta durante le spiegazioni!). Quando il mare diventa tanto mosso da preoccuparmi, provo a chiedere di tornare indietro: sono una tranquilla prof. che sa appena nuotare e non si sente del tutto a suo agio!! Viriamo con successo e torniamo indietro. Mi sento più tranquilla ma, una volta a riva, devo proprio ammettere che, pur con una certa tensione, mi sono divertita moltissimo e sono ultrafelice di aver provato una cosa che mai e poi mai avrei fatto. In questa occasione ho scoperto che, tra le mie colleghe: “Te” (e questa è una novità per tutti) ha fatto scuola di vela e sa praticamente tutto, “Do” andava in barca a Marsala sin da bambina, “La” va spesso in barca, insomma, l’unica incapace, per non dire imbranata, in mare, sono io! Trascorsa la mattinata, al rientro ci fermiamo al market per acquistare baguette e nutella: è il compleanno di un ragazzo e abbiamo pensato di festeggiarlo così, con una candelina simbolica. Pranzo e, dopo brevissima pausa, si riparte. Scuola di vela e, con un gruppo, a vedere villa Giulia; c’è sempre vento e il freddo si fa sentire, ma arriviamo a sera che i ragazzi non sembrano stanchi e noi, invece, sì! Cena e piccolo festeggiamento per la gioia di tutti. Come se non bastasse, in piazza, c’è la caccia al tesoro organizzata da Irene. Sto soffrendo per il freddo tremendo, anche se ben coperta, e non vedo l’ora di sdraiarmi ma, stasera, si arriva lo stesso oltre la mezzanotte.
© Anna - righeblu ideeweekend

mercoledì 23 maggio 2007

4 giorni a Ventotene - 2

Ventotene - porto romano
15 Maggio 2007 - Ho dormito poco ma, come spesso mi succede, quando sono in un posto nuovo, mi sveglio prestissimo, forse proprio per godermi un po’ di tempo e di spazio “solo mio”. Sembra che tutti ancora dormano, perciò mi preparo e, con un caffé vero, salgo fino in terrazzo a leggere. La vista del mare e il panorama con l’isola di Santo Stefano sullo sfondo, mi mettono di buon umore. Riesco a leggere solo 4 pagine del libro di Benni, ”Saltatempo”, e già comincio a sentire le voci dei ragazzi. Fine dello spazio “libero”. Inizia il lavoro. Scendo e ne seguo alcuni che sembrano essersi addormentati e risvegliati con il pallone in mente: non possono svegliare tutti gli ospiti dell’albergo! Alle 8.30 si va a colazione: pane, marmellatine, nutella, latte e “caffé ”. I ragazzi gradiscono molto la nutella e noi cediamo volentieri le nostre. Speriamo che arrivi (e arriva) anche un caffé vero! Quando usciamo dall’albergo per andare a cala Rossano, notiamo che il tempo sta cambiando. C’è la seconda lezione teorica e pratica del corso di vela, così, mentre le colleghe La e Te seguono i ragazzi, con la collega Do andiamo in avanscoperta a vedere se, poco oltre, ci sia un sentiero per arrivare a Villa Giulia. Il sentiero c’è e concorderemo con Irene le modalità per andare in piccoli gruppi, intanto, proseguendo in salita si arriva al cimitero. Accanto c’è l’eliporto e notiamo molte piante spontanee con fiori. Ci sono bellissimi cespugli di violacciocche che non posso fare a meno di fotografare. Procediamo con la lezione e poi scendiamo tutti in spiaggia per la parte pratica. Cominciano i turni per “armare” la barca, mentre altri provano a fare i nodi e a ripassare quanto appreso sui venti. Tornando in albergo per il pranzo, poiché siamo in anticipo, andiamo a cala nave: una bella spiaggia che si raggiunge passando dal porto romano attraverso un tunnel nella roccia.I ragazzi fanno il bagno, sono entusiasti e fatichiamo per farli uscire. Al pomeriggio continua la lezione, prima però un gruppo, a turno, visita la zona del faro e le peschiere con la guida di Irene. I ragazzi provano la barca a vela e a remi, è un continuo scambio di giubbotti e remi. Torniamo per la cena e siamo tutti abbastanza stanchi, meno i soliti irriducibili!
© Anna - righeblu ideeweekend

venerdì 18 maggio 2007

4 giorni a Ventotene -1

Ventotene - il nostro traghetto
14 Maggio 2007- Campo scuola a Ventotene – corso di avvicinamento alla navigazione a vela.
L'avventura inizia alle 6.00 di lunedì mattina quando, con altre 3 colleghe e 55 alunni, partiamo per Formia dove ci imbarchiamo alle 9.00. Ci aspetta Irene, la nostra "tutor - guida", gentilissima e validissima biologa che ci seguirà,con moltaprofessionalità, in tutte le fasi della nostra permanenza. Arriviamo dopo circa due ore di tranquilla navigazione e, dopo aver caricato i bagagli sul camioncino dell'albergo, ci avviamo a piedi, mentre già Irene ci spiega come si svolgerà la nostra giornata e ci fornisce alcune informazioni generali sull'isola.

porto nuovo

Ventotene è una graziosa, piccola isola dell'arcipelago Pontino, di origine vulcanica, presenta coste rocciose con poche spiagge di sabbia scura e acque limpide e cristalline, di un intenso colore blu. Le stradine del centro abitato sono strette e, per consentire il passaggio delle rare automobili, bisogna accostarsi alle pareti in fila indiana. Poco dopo arriviamo all'albergo e ci sistemiamo nelle camere per andare subito dopo a pranzo. I ragazzi sono elettrizzati: il viaggio non li ha stancati per nulla, inoltre qui ci sono gli spazi per potersi muovere e giocare a pallone.

porto romano

Al pomeriggio hanno la prima lezione teorica e quindi sono interessati, ma non vedono l'ora di entrare in acqua. Quando li portiamo a cala Rossano, dove ci sono le barche che useranno domani, riescono a fare il bagno, anche se l'acqua è fredda e ci sono le meduse.

cala Rossano

Con molta fatica riusciamo a farli uscire dall'acqua e tornare in albergo. Doccia, pallone, cena e poi a osservare le stelle dal campo sportivo. Irene è bravissima a spiegare e a mostrare loro i gruppi più importanti. Torniamo che sembrano stanchi, ma ci faranno stare sveglie fino quasi alle 2.00.
© Anna - righeblu ideeweekend

sabato 12 maggio 2007

I luoghi dell’anima - Tramonti

Ci sono luoghi, per altri assolutamente privi d’interesse e forse oggettivamente brutti, che per me, invece, sono speciali: sono quelli che io definisco i miei “luoghi dell’anima”.
Il luogo in assoluto al primo posto, nel mio brevissimo elenco del cuore, è “Tramonti”. Non è un paese, è solo una piccola frazione ed è lì che sono nata. Io, almeno a livello conscio, non mi riconosco pensieri di nostalgia verso il “paese natìo”, del resto ci sono rimasta solo fino all’età di 2 anni, eppure quando sono lì “sto bene”. Cosa c’è che mi piace così tanto non so dirlo neanche io. Tutto e niente. C’è un terreno che si affaccia sulla strada asfaltata e di certo non è bello, anzi! Ci sono piante che non vengono curate da tempo in modo regolare: prima se ne occupava mio padre che, in pensione, andava a passarci le sue giornate e a curare quelle piante che avevano per lui una storia (come del resto qualsiasi altra cosa in quel posto). Il terreno è costeggiato da una stradina sterrata che porta all’ingresso della casa e questa, nonostante sia abbandonata da tempo, rimane in piedi; anche il tetto riesce a rimanere al suo posto, ma chissà quanto ancora durerà? Riusciremo a deciderci prima o poi sulla sua sistemazione? Non so, intanto quando vado da mia madre in macchina, passo di là e, se posso, mi fermo un po’. Tiro fuori la sedia e mi siedo in uno dei due punti che, secondo me, sono bellissimi: uno è un gradino più giù del pozzo, sotto l’albero di fichi, l’altro al di sopra del pozzo, appena dopo le scalette, sotto l’ulivo, dove guardando attraverso gli alberi che si trovano più in basso, si vede tutta la campagna e la vista spazia lontano, lontano…. Anche solo 10 minuti mi ricaricano di energia positiva. Dico per dire, io non credo alle cavolate dell’energia negativa e positiva, comunque è così. In questo periodo dell’anno è ancora meglio: quando scendo lungo la stradina, l’ombra delle querce e i fiori bianchi e viola degli iris, ai lati, cominciano a darmi una sensazione di benessere che migliora appena arrivo alla piccola curva del muretto a secco: lassù, nel contenimento, ci sono erbe ed erbacce ma c’è anche una distesa stu-pen-da di pervinche! E qui sento proprio i lineamenti del viso che si distendono e gli occhi e la mente che gioiscono. Nemmeno il dispiacere che provo comunque, nell’andare via con il pensiero di qualcosa che va in rovina, riesce a cambiarmi per il resto della giornata.
Gli occhi e la mente rimangono così, pieni di “bellezza”, e la mia “anima” lo sente.
© Anna - righeblu ideeweekend

P.S.: chissà se anche altri hanno un proprio”luogo dell’anima”?

L’immagine è tratta dal sito www.sentierando.it

martedì 8 maggio 2007

Tre giorni a Venezia – 3

18 Aprile 2007 - Mi sveglio alle 6 e, mentre aspetto l’ora della colazione, vado in veranda a gustarmi il caffé e a leggere. Anche i ragazzi sono svegli e, dopo aver sistemato i bagagli, facciamo colazione e ci prepariamo subito per la partenza con il vaporetto delle 9.00. Vogliamo recuperare la visita saltata il giorno dell’arrivo, all’interno della Basilica di S. Marco. Ringraziamo Emanuele per gli utili consigli e la disponibilità dimostrata e ci avviamo all’imbarcadero; strada facendo i ragazzi manifestano il loro dispiacere per la partenza: sarebbero rimasti volentieri ancora due giorni! In effetti, un giorno in più avrebbe consentito anche una visita a Burano e Torcello ma nell’organizzazione si è dovuto tener conto dei costi, considerando anche gli spostamenti in treno e in vaporetto e la visita guidata a Palazzo ducale.
A Venezia lasciamo i bagagli in campo S. Maria Nova, in una casa collegata alla struttura di S. Erasmo, e ci avviamo verso Piazza S. Marco dove dobbiamo depositare gli zaini per entrare in basilica. Stupenda! I mosaici, i marmi, le statue catturano l’attenzione e l’ammirazione di tutti. I ragazzi, che si sono preparati a fare da guida approfondendo ciascuno un tema diverso, sono molto bravi e riescono a ricordare tutto, aiutati anche dalla prof. Te. Purtroppo la gran quantità di visitatori non rende sempre facile l’ascolto. Verso le 11.00, con la guida, iniziamo il tour degli itinerari segreti di Palazzo Ducale, attraverso ambienti ricchi di storia e di fascino: il sottotetto che sovrasta il grande salone, gli archivi segreti, la sala della tortura, la prigione di Casanova e, infine, attraversiamo il ponte dei sospiri. I ragazzi sono molto interessati e pongono domande alla guida che si congratula per l’interesse dimostrato. Terminata la visita ci dirigiamo verso i giardini per consumare il pranzo al sacco. Difficile trovare panchine vuote, è pieno di scolaresche!... in ogni caso riusciamo a sistemarci e a mangiare i nostri panini. Ripartiamo per recuperare i bagagli e prendere il vaporetto per la stazione di S. Lucia.
A bordo del vaporetto un nostro allievo si accorge di aver dimenticato lo zaino sul sedile dell’imbarcadero, ci sono merendine e regalini che aveva acquistato… è molto dispiaciuto! Con Te chiediamo di avvisare il personale dell’imbarcadero per recuperare lo zaino e farcelo avere alla Stazione ferroviaria col prossimo vaporetto. Ci sono problemi di comunicazione, ma otteniamo il numero telefonico dell’addetto e, appena arrivati telefoniamo e…. insomma, con la suspence da mission impossible, saliamo sul treno e MG, la nostra AEC, più giovane e agile, scende per andare a recuperare lo zaino dal vaporetto che arriva alle 15.24 e poi salire di corsa sul treno che partirà, in perfetto orario, alle 15,32. Missione compiuta! Zaino recuperato, partiamo tutti più sereni. Il viaggio si svolge in modo tranquillo e il treno arriva in perfetto orario. Consegna dei ragazzi ai genitori: il lavoro è finito!…sì, perché anche se l’etichetta del post è “vacanze”, in realtà si è trattato di lavoro ma, poiché tutto è andato per il meglio e io vedo le cose in senso positivo, posso usare, a cose finite, il termine “vacanza”!
© Anna - righeblu ideeweekend

mercoledì 2 maggio 2007

Tre giorni a Venezia – 2

17 Aprile 2007 – Senza un caffè è dura arrivare fino alle 8.00, ora della colazione. Decido di andare in veranda a leggere e godermi questo spazio, prima di iniziare la giornata di lavoro con i ragazzi. Mi accorgo che all’ingresso, sul ripiano di un piccolo frigo c’è tutto l’occorrente e le istruzioni per prepararsi un caffè espresso: basta mettere 80 Cent. in una scatola, accendere la macchinetta, inserire la cialda e attendere l’erogazione. Musica per la mente addormentata! Con l’agognato aroma sotto il naso mi siedo in veranda, sorseggio caffè e mi godo il panorama, bellissimo!Inizio a leggere “Tre camere a Manhattan” di Simenon e, poco dopo, sento le voci di alcuni ragazzi che, con la collega Te, armati di macchinetta fotografica, sono già da un po’ in giro alla scoperta del posto. Alcuni di loro sono entusiasti per essere riusciti a vedere l’alba! Chi l’avrebbe mai detto? Quando anche gli altri ragazzi sono pronti, facciamo una breve passeggiata lungo la strada che costeggia il mare poi, puntuali, alle 8.10 siamo a colazione e alle 9.00 prendiamo il vaporetto diretto a Murano:
bellissima isola con angoli davvero affascinanti, più tranquilla e meno affollata rispetto a Venezia.
Visitiamo la fornace Formia dove possiamo osservare dall’esterno, attraverso grandi finestre aperte, il lavoro dei maestri vetrai. Il primo vetraio crea degli elementi per un lampadario e modella, ruota, soffia in maniera magistrale. Da un’altra finestra osserviamo la creazione di un cigno: sono modellati il corpo, la coda, le ali e, infine, il collo e il becco, con sicurezza. Passiamo poi ad ammirare gli oggetti esposti nella sala attigua dove i ragazzi cominciano a fare acquisti. Proseguiamo la visita dell’isola e arriviamo nel negozio-laboratorio di un maestro vetraio che crea oggetti meravigliosi, diversi da quelli che abbiamo visto finora: conchiglie, rametti di corallo, stelle marine, pulcini, partendo da bacchette di vetro colorate che modella a tavolino, fondendole su una fiamma. Torniamo a S. Erasmo per il pranzo. Nel pomeriggio abbiamo l’attività di educazione ambientale sulla laguna di Venezia. Un esperto introduce il tema con delle diapositive e, nonostante la lezione sia molto interessante, qualche ragazza ne approfitta per recuperare il sonno perduto. Segue un’escursione nell’isola, con lo stesso esperto che ci illustra la situazione ambientale della laguna riguardo alle acque, alla flora, alla fauna. Sulla spiaggia, in bassa marea, i ragazzi cercano e trovano diverse conchiglie che analizzano poi insieme all’esperto. Sono tutti molto interessati, anche se speravano di effettuare l’uscita con le biciclette che, però, non sono state ancora controllate dopo l’inverno e, a detta di Emanuele, non sono affidabili.
Al rientro i ragazzi sono soddisfatti, ma un po’ stanchi; basta però solo una doccia per tornare in forma. Dopo cena abbiamo programmato un’uscita serale per recarci in Piazza S. Marco.
L’esperienza serale in piazza è veramente inenarrabile per l’emozione che tutti noi proviamo di fronte a tanto splendore: la basilica e le luci intorno alla piazza, la musica delle orchestre che suonano davanti ai bar, creano un’atmosfera che è difficile descrivere con le parole.Giriamo, osserviamo, i ragazzi chiedono, spiegano ciò che hanno appreso, sono elettrizzati, rapiti da tanta bellezza. Al ritorno, sull’ultimo vaporetto, le luci della laguna li entusiasmano. Torniamo stanchi ma soddisfatti e, dopo aver sistemato sommariamente le valige, andiamo tutti a dormire.
© Anna - righeblu ideeweekend

P.S.: le foto sono mie e si vede!.....

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